
La politica ‘sposa‘ il marketing. Da Silvio a Trump, tutto cambia
La politica e il marketing. Due mondi in apparenza così lontani, ma che invece hanno molto più in comune di quanto non si creda. La dimostrazione arriva dal libro di Domenico Petrolo e Lorenzo Incantalupo, due esperti della materia che hanno unito le forze per ”Chi Mi Ama Mi Voti - Storie, riflessioni e dialoghi su marketing e politica“, con una bella prefazione di Tommaso Labate e un altrettanto interessante postfazione di Paolo Iabichino. Il libro sarà presentatao martedì pomeriggio (18,30) alla Feltrinelli di via Beccheria assieme al sindaco Mario Pardini, a Valentina Mercanti, consigliera regionale del Pd e Francesca Chiocchetti, direttore affari istituzionale di Wind Tre.
“Il marketing e la politica esistono e convivono in forme diverse sin dall’antichità – dicono i due autori – Il De Bello Gallico e l’Eneide, cosa sono se non opere di ‘promozione‘ di Cesare e di Augusto? Noi ci siamo divertiti a ricostruire campagne come quella dei Jeans Jesus di Oliviero Toscani, la Milano da bere dell’amaro Ramazzotti, l’arrivo di Berlusconi, la rivoluzione digitale di Grillo e Casaleggio o una celebre campagna di Nike che coinvolse addirittura Trump in una lite via Twitter attraverso la voce dei protagonisti“.
Nel libro si scopre anche che in Italia il marketing è sottoutilizzato dai partiti politici.
“Il marketing è sbarcato in politica con Silvio Berlusconi e noi lo raccontiamo partendo dal primo manifesto elettorale nato nella villa di Arcore. Oggi tutti i politici comunicano come lui: nome nel simbolo, volto sui manifesti, citazione dei sondaggi, etc… Ma a differenza di Berlusconi molti politici pensano, a torto o a ragione, che il loro istinto possa sostituire qualsiasi strumento o tecnica di comunicazione. Poi ci sono i populisti, che puntano su promesse così roboanti da far sembrare Cetto La Qualunque un politico austero e rigoroso“.
A differenza del marketing, i politici italiano sembrano soprattutto attratti dai social network. È proprio così?
“Un politico oggi non può trascurare i social e la possibilità del dialogo diretto con gli elettori. Però ci può stare alla Salvini con nutella, matriciana e altre specialità gastronomiche, o come Schlein e Meloni che ne fanno un uso meno compulsivo“.
Una delle domande del nostro tempo è se in Italia i politici siano più dei follower o dei leader? A quale risposta siete arrivati.
“Ci sono leader e ci sono follower. C’è chi cerca il “like” facile e teme il commento negativo di fragolina69@ e c’è chi riesce a tenere la schiena dritta e lavorare sul lungo periodo. Dialogando con i più importanti comunicatori italiani, ne abbiamo intervistato 32, siamo giunti alla conclusione che forse l’ubriacatura social è finita, molti hanno compreso come possa essere anche un boomerang“.
E gli elettori, in Italia, come si comportano di fronte alle leggi del marketing?
“‘Il consumatore non è stupido, il consumatore è tua moglie’, amava dire il celebre pubblicitario britannico David Ogilvy. Lo stesso vale per gli elettori. Una proposta elettorale avrà successo se è radicata nella testa e nel cuore degli elettori, diversamente anche la tecnica di marketing più raffinata non potrà fare miracoli. Ricordate Futuro e Libertà per l’Italia di Gianfranco Fini? mesi e mesi di esposizione mediatica e poi all’elezioni del 2013 prese lo 0,47%“.
Quando è cambiata la comunicazione politica in Italia?
“Sono state due le grandi rivoluzioni politiche comunicative degli ultimi trent’anni che noi raccontiamo attraverso la voce di Antonio Palmieri e Rocco Casalino: la famosa discesa in campo di Silvio Berlusconi e la rivoluzione digitale di Grillo e Casaleggio. Nulla è stato più come prima“.
State girando l’Italia con il vostro libro, che tipo di reazioni state incontrando?
“Molto belle. Vediamo tanto interesse e tanta passione verso questi temi. La scelta di scrivere un libro pop, ricco di aneddoti, retroscena e accessibile a tutti, non solo agli addetti ai lavori, è molto apprezzata sia dai lettori che dai media“.
Francesco Meucci