"La coop Levigliani non tutela il Corchia"

Protesta del neonato movimento "No Cav" che contesta i finanziamenti riconosciuti dalla Regione alla società che gestisce l’Antro.

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Nasce il movimento per coordinare la lotta ambientale sulle Apuane. E subito lancia la protesta per i finanziamenti a fondo perduto che la Regione ha recentemente riconosciuto alla Cooperativa Sviluppo e Futuro di Levigliani come premio per la gestione turistica del Corchia park, la cui punta di diamante è l’Antro del Corchia. All’alba alcuni attivisti del nuovo movimento Nocav si sono ritrovati sulla vetta del Monte Corchia per protestare simbolicamente contro la decisione della Regione. "Se questa società è stata riconosciuta come modello di “eccellenza” – lamenta Gianluca Briccolani, socio del Club Alpino Italiano sezione di Firenze e responsabile del progetto ambientale L’Altezza della Libertà – vuol dire che i nostri amministratori regionali non sono minimante a conoscenza del fatto che i capifamiglia del paese di Levigliani, comunità che gestisce non solo l’Antro del Corchia, ma anche tutto il bacino estrattivo del monte, sono gli stessi che, dal lunedì al sabato, modificano irrimediabilmente la morfologia paesaggistica del monte, tagliano le vene d’acqua con l’invasiva prassi delle cave in galleria, mentre la domenica conducono i turisti a visitare lo straordinario complesso ipogeo nella quasi totale inconsapevolezza di cosa viene fatto al monte: tra l’altro infatti qualche povero pagante ha affermato di essere letteralmente scappato dal puzzo di idrocarburi respirato durante la visita"

"E’ utile ricordare – insiste – che un recentissimo studio pubblicato sulla rivista ’Science’ ha evidenziato, analizzando le stalagmiti presenti all’interno di questo complesso, come lo stesso sia datato tra i 960mila e gli 875mila anni fa e che questo preziosissimo mondo ipogeo non può essere assolutamente devastato soltanto per salvare 30 posti di lavoro senza la chiusura immediata dei 4 siti estrattivi, che oggi intercettano gli infiniti rami di questo complesso carsico che tutto il mondo ci invidia, non ci sarà futuro né per il Monte Corchia, né per le sorgenti della zona, né una pur giusta economia alternativa di natura turistica. Invitiamo pertanto la pubblica amministrazione regionale ad informarsi attentamente – conclude Gianluca Briccolani – di quanto si sta consumando sul Monte Corchia e di evitare in futuro di legiferare sempre e comunque contro l’ambiente apuano".

Fra.Na.