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La comunità piange Veca Un camaiorese d’adozione

Il filosofo con la famiglia soggiornava prima alle Silerchie e poi alla Pieve. Amava soffermarsi in centro ed è stato presidente di giuria al Film Festival

E’ morto Salvatore Veca, filosofo illuminato, marito di Nicoletta Mondadori, cittadino adottivo di Camaiore. L’aveva scelta come sua città di vacanza per quel filo che ha sempre legato la famiglia di Nicoletta e dei tre figli alle Silerchie, borgo celebre per la villa La Medusa e l’omonima collana di testi rilanciata anni fa. Adesso, quando la coppia soggiornava qui, lo faceva alla Pieve, mentre il figlio Sebastiano dimora spesso in via Oberdan con i tre figli.

Veca aveva 77 anni ed era malato: insigne filosofo, uomo di cultura, semplice e grande. Era nato a Roma e si era laureato a Milano con Geymonat, a lungo era stato professore di filosofia politica a Pavia nonché preside della facoltà di Scienze politiche. Uomo illuminato, ha sempre sostenuto la centralità del pensiero nella vita e nelle questioni di giustizia sociale.

Era stato presidente di giuria del Camaiore Film Festival ideato da Joel De Petris: una piccola e curata manifestazione locale rispetto a tante prestigiose a cui partecipava. Ma era stato appassionato e disponibile come solo i grandi sanno fare. Di recente ha scritto la prefazione del volume su Caravaggio del semiologo Pier Paolo Dinelli. A braccetto con Nicoletta in centro, seduto sorridente al tavolo di Pasubio o di un caffé, pronto a dialogare, simpatico ed elegante.

La comunità camaiorese ha perduto un caro amico, mai ospite freddo, ma signore accolto e che accoglieva. Da ogni dove, da ogni ambiente culturale sono giunte le condoglianze alla famiglia. Camaiore sarà più povera senza il suo filosofo.

Isabella Piaceri