La Caritas vede i segni della crisi "Aumentano le persone in difficoltà"

Il direttore don Simone Giuli spiega come l’istituzione diocesana si prepara ad affrontare gli effetti del caro prezzi sulle famiglie e la popolazione: "Sarà importante fare comunità"

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Caritas in prima linea in aiuto dei bisognosi. Non è una novità, certo, ma rappresenta comunque una costante, un baluardo di solidarietà, che non smette mai di rinnovarsi e che si interfaccia con associazioni del territorio, enti e istituzioni. A guidare da poco più di tre mesi, con funzioni di direttore chi si occupa di accoglienza e aiuto, è don Simone Giuli, già parroco di Antraccoli, Picciorana e Tempagnano. A lui abbiamo posto alcune domande alla luce del particolare momento di crisi e di quello che Caritas Lucca, prospetta per il periodo a venire.

Don Simone, come si sta muovendo la Caritas oggi?

"Come ogni anno pubblichiamo i documenti relativi all’Osservatorio sulle povertà e risorse e siamo ormai al secondo rapporto sull’economia civile; sono dati importanti che contribuisco a studiare i fenomeni, le richieste, a individuare le fasce di età, tutto per poter capire l’evolversi delle necessità".

C’è il timore che con la crisi in atto possa emergere un ricorso più massiccio al vostro organismo pastorale?

"È ancora presto per dirlo, anche se la crisi economica è un dato di fatto; temo di sì, che potrà esserci, a partire dai prossimi mesi, un aumento delle necessità da parte delle persone che si troveranno in difficoltà".

Qual è lo strumento operativo che mettete in campo per raccogliere i bisogni delle persone?

"La rete dei nostri centri di ascolto, che sono 30 a livello di Diocesi, rappresentano un terminale fondamentale per intercettare i bisogni; ma non siamo soli perché operiamo di concerto con le istituzioni e con la rete delle associazioni di volontariato e accoglienza; lavoriamo poi con la Fondazione casa e sempre, ma in futuro ancora di più, sarà importante fare comunità".

Come prosegue oggi l’emergenza Ucraina?

"Parto dalla premessa che è stata bella la risposta da parte della gente che ha reagito all’appello del nostro arcivescovo Paolo Giulietti con slancio e senso di altruismo, dimostrando generosità e accoglienza: attualmente seguiamo 170 persone".

Rispetto ai due anni precedenti, quelli interessati dalla pandemia, qualcosa a livello dei bisogni delle persone è cambiato?

"Avevamo notato che, negli ultimi due anni il flusso si era normalizzato, diciamo nel periodo pre pandemico ma, purtroppo, oggi constatiamo un aumento dei bisogni: un fatto che ci rattrista ma che, comunque, ci vede preparati secondo la nostra missione che si ispira all’aiuto verso il prossimo".

Maurizio Guccione