REDAZIONE LUCCA

Indagati amministratori infedeli. "Via 30mila euro ai condomini"

Nel mirino della Procura una coppia di lucchesi: sequestro sui conti correnti. Avrebbero usato i fondi per risanare le loro finanze e quelle di altri clienti

Le indagini sono ancora in corso

Lucca, 15 dicembre 2020 - Trentamila euro. Sarebbe questo, secondo la Procura di Lucca, il tesoretto che una coppia di amministratori di condominio, entrambi di circa 50 anni, si sarebbe intascata nell’arco degli ultimi mesi. Soldi che, in base alle indagini, sarebbero transitati dal conto di un condominio di Sant’Anna, direttamente nelle tasche della coppia. Ma non solo. Un altra parte dei fondi sarebbe stata invece utilizzata per rimpinguare i fondi di altri condomini.

Nel mirino, per questo giro poco trasparente di vasi comunicanti, sono finiti due amministratori di condominio, al momento indagati dalla Procura per appropriazione indebita. Tutto è nato da un esposto presentato da alcuni condomini di Sant’Anna che, di fronte a spese giudicate fuori luogo da parte dello studio di amministratori, ha chiesto che venisse fatta chiarezza. E lì sono saltati fuori gli ammanchi nel conto corrente del condominio reso obbligatorio dalla riforma del 2012. Conto nel quale devono essere transitare tutte le entrate e le uscite relative ai condomini.

Le manovre della coppia di amministratori risalirebbero a non più di 12 mesi fa e avrebbero causato, di fatto, in base a quanto emerso finora, uno svuotamento del conto. La Procura, al momento, ha disposto il sequestro preventivo per equivalente dei conti correnti della coppia di amministratori, in modo da congelare somme in grado di ripianare il buco da 30mila euro. Le indagini, intanto vanno avanti. Ancora infatti non è chiaro quanti di questi fondi transitassero direttamente nelle tasche degli amministratori e quanti fossero utilizzati per ripianare altri buchi. La certezza è che la gestione, al momento, non convince gli inquirenti.

Il reato ipotizzato al momento è appropriazione indebita e riguarda chiunque invece di dare corso ai propri obblighi, si appropria delle somme a lui rimesse dai condomini, utilizzandole per scopi diversi ed incompatibili con il mandato ricevuto e coerenti, invece, con finalità personali. Si tratta di un capo d’imputazione che, ogni anno, porta alla condanna in primo grado di una decina di amministratori giudicati ’infedeli’. Starà agli inquirenti, adesso, chiarire se esista il fumus di altri reati e se il ’sistema’ messo insieme riguardasse anche ditte e fornitori vicine agli amministratori. La coppia, se giudicata colpevole, rischia da due a cinque anni di reclusione e una maxi multa da mille fino a tremila euro.