REDAZIONE LUCCA

Il Versilia golf perde anche al Consiglio di Stato, Comuni risarciti

Confermata l’indicazione del Tar: con la trasformazione in Spa non è stata rispettata la convenzione stipulata alla fine degli anni ’80

Niente da fare per il Versilia golf di via Sipe, reduce da un’altra sconfitta giudiziaria per il caso legato alla sua trasformazione in spa. Dopo il Tar, anche il Consiglio di Stato ha dato ragione ai comuni di Pietrasanta, Forte dei Marmi e Montignoso, difesi dall’avvocato Roberto Righi, sul fatto che il mutamento della ragione sociale fosse un inadempimento delle obbligazioni assunte a suo tempo con apposite convenzioni urbanistiche. La vicenda del Versilia golf, la cui superficie – circa 500mila metri quadrati – ricade nei tre comuni, risale al 1986-1987 quando furono stipulate le convenzioni. Questi atti prevedevano che gli impianti e le strutture del complesso sportivo fossero gestite da un’associazione sportiva, affiliata alla Federazione italiana golf, che avrebbe dovuto svolgere senza fini di lucro attività educative, sportivo e sociali oltre a promuovere la divulgazione del golf anche in collaborazione con le amministrazioni comunali, autorizzate a partecipare alle sedute del direttivo dell’associazione.

Invece nel 2011 la Versilia sport spa costituì la Forte dei Marmi golf club srl, società dilettantistica da essa interamente controllata e subentrata nella gestione del campo all’associazione Versilia golf club. Da qui il ricorso al Tar nel 2013 da parte dei comuni per chiedere l’accertamento dell’inadempimento della spa agli obblighi legati alle convenzioni. Ricorso vinto in quanto secondo i giudici l’obiettivo della spa era di liberarsi da queste forme di controllo sulla gestione da parte dei sindaci. La società, dal canto suo, sosteneva che gli obblighi a suo carico si sarebbero estinti per prescrizione. Invece i giudici del Tar e del Consiglio di Stato hanno sancito che la convenzione non ha scadenza e che i comuni possono quindi chiedere l’uso dell’impianto per manifestazioni sociali. Condannando infine la spa a pagare 5mila euro ad ogni comune.

d.m.