di Lorenzo Pacini (*)
Una curiosità culturale della città di Lucca è quella che ha avuto, dalla seconda metà del Novecento fino ai giorni d’oggi, un particolarissimo stile pittorico, che definisco “Surrealismo Lucchese”.
Il Surrealismo non è un’esclusiva della città di Lucca, ma quello che è avvenuto a partire dal 1960, ha del fantastico, il precursore è stato Antonio Possenti (1933-2016), per la sua formazione è stato fondamentale l’incontro avvenuto nel 1958 con Marc Chagall. Possenti ha dato vita ad un diverso modo di esprimere la sua ricerca dell’inconscio, rivelando l’esistenza nelle profondità dello spirito umano di forze potentissime, estranee al controllo dei sensi, della volontà e della ragione. La cosa strabiliante, riguarda il parallelismo e il seguito che questo modo di fare arte ha avuto nei confronti di altri artisti, che, assorbendo le varie tematiche, si sono trovati ad ampliare un percorso che si è dimostrato dilatabile all’infinito.
Le gesta di questi artisti, rigorosamente lucchesi, è un vero e proprio manifesto espresso, un elogio dell’immaginazione, di quella sana follia che non va soffocata ma ammirata e tutelata. Elencando alcuni degli artisti che hanno fatto di questo originalissimo e circoscritto stile pittorico che ho definito Surrealismo Lucchese, non me ne vogliano chi non ho citato.
Raimondo Cardelli (Lucca 1938-2008) descrive la vita con la saggezza ironica e l’incantata fluidità lirica della favola. La vita di tutti i giorni, con le sue disperate ripetizioni, e la vita di sempre, con la suggestione delle sue allusive allegorie. Roberto Fontirossi (1940), ha partecipato alla IX Quadriennale di Roma conseguendo il Premio per il Bianco e Nero, è stato insegnante nel locale Liceo Artistico e dipinge dal 1960. Vincenzo Muscatello (1941-2014), ha elaborato in particolar modo lo studio della figura umana. I suoi ritratti non inseguono una resa naturalistica perfetta, ma anzi hanno una trattazione quasi caricaturale, da illustrazione fiabesca. Gianfalco Masini (1945), la sua pittura trova spunti ideali nelle raffigurazioni medioevali, immerse in un mondo popolato da draghi e unicorni, un mondo di pura invenzione, paesaggi della memoria che sintetizzano la visione d’insieme tra attualità e spazio temporale. Lisandro Rota (1946), i suoi inizi in pittura risalgono al 1969, nelle sue opere traspare una sottile vena ironica e le raffigurazioni, principalmente a soggetto femminile, trasmettono giocosità. Pier Luigi Puccini (1948), ha ottenuto lusinghieri successi, come nel 2008, quando con altri colleghi fu chiamato a rappresentare l’Italia in occasione delle olimpiadi a Pechino. Alexander Daniloff (1962), i suoi quadri sono viaggi in epoche reali e mitologiche, in una sorta di teatralizzazione che diviene mezzo del pensiero artistico. Marco Cinquini (1964), la sua pittura è generata dal sogno, il suo “Giardino Incantato” diventa la meta alla quale aspira e ogni pennellata è un frammento espresso della sua interiorità. Fabrizio Barsotti (1968), egli infonde ad ogni opera l’atmosfera magica e surreale della sua concezione onirica del pensiero e della vita. Giovanni Possenti (1971) figlio di Antonio. Le sue opere sono visioni oniriche del mondo, dove l’aspetto singolare di “Teatrini delle curiosità” superano la fenomenologia del reale.
Dopo questo elenco di artisti, certamente incompleto, vale la pena sottolineare ancora una volta la definizione che li accomuna, “Surrealismo Lucchese”. Lucca è stata ed è per questi artisti, un nido, una zona protetta, dove prendere spunti e ispirazione, le Mura un argine, che delimita uno spazio dove generare un’arte che ha bisogno di relativa calma per poter dare frutti e solo città magiche come Lucca sono capaci di donare, un insieme di elementi che si sono trasformati nell’humus che ha dato unicità ad una espressione artistica diversa da ogni altra.
(*) Critico d’arte