
Il pittore Gianfranco Rontani (foto Alcide, 1989)
Lucca, 23 marzo 2018 - E’ uno dei maggiori pittori lucchesi viventi, le sue opere hanno riscosso grandi consensi in Italia e all’estero. Dal 1988 è cavaliere della Repubblica per meriti artistici. Eppure, nonostante i suoi 92 anni, non può trovare pace, non può vivere con un pizzico di serenità gli anni della vecchiaia. Non può. Non può a causa di una malattia che non gli dà pace, non può perché si muove in tali ristrettezze economiche da non riuscire a arrivare a fine mese. E’ una storia di quelle che fanno male, quella del maestro Gianfranco Rontani, classe 1926, che ha esposto in mezzo mondo, da Chicago a Roma, da Monaco a Lugano.
A Lucca l’ultima volta è stato nel 2014 a palazzo Guinigi con una mostra dal titolo «Il pittore delle donne – tra sacro e profano, metafisica e realtà». Ora Rontani, che vive a Capannori, è in gravissime difficoltà e i familiari lanciano l’SOS. I cognati si rivolgono a tutta la città e in primis al sindaco Tambellini, con una proposta che avrebbe il duplice scopo di alleviare la situazione personale di Rontani e contemporaneamente restituire alla città la sua opera più importante, che ha richiamato migliaia di visitatori, ovvero la rappresentazione dell’Inferno di Dante Alighieri, una serie di 34 dipinti (della misura di 2x1,60 metri ciascuno) per la prima volta esposta nel 1980 proprio a cura del Comune di Lucca nella chiesa di San Cristoforo. E’ la più grande opera ad olio su tela dipinta in Europa con soggetti danteschi in questo secolo e le sue tele, ora in un magazzino della Puglia, occupano ben 108 metri quadrati.
«Abbiamo prospettato all’amministrazione comunale – scrivono Renzo e Nedo Brischetto - la possibilità di assicurare alla città di Lucca il possesso dell’opera più prestigiosa del Rontani a fronte di un modesto vitalizio che potesse permettere a lui e alla consorte un tenore di vita quantomeno dignitoso». Un appello lanciato al sindaco nel novembre scorso e rimasto senza risposta, ripreso poi nel febbraio. Ora, finalmente, Tambellini, che è un estimatore del pittore, sollecitato anche dal nostro giornale, assicura l’impegno del Comune, ricordando che in passato era stato valutato impossibile, per ragioni di spazio, ospitare le tele. Ma Palazzo Orsetti non resterà a guardare.
«Siamo comunque disponibili – scrive il sindaco – a valutare con le altre istituzioni in città l’opportunità di dare una collocazione degna all’opera. So che il Maestro e la moglie sono residenti sul territorio del Comune di Capannori, titolare di qualunque intervento a loro favore. Come amministrazione pubblica siamo tenuti a operare in modo da non collocarci al di fuori delle regole che sono alla base dell’attività del 'settore sociale'. Ma do la mia disponibilità a valutare, con le altre istituzioni, le possibilità che abbiamo per sostenere al meglio il Maestro e la sua consorte».