’Il firugello qualunquista’. Un nuovo sonetto di Alessandro Meschi

L'articolo racconta l'esperienza di un giovane negli anni '70, soprannominato "firugello", che desiderava indossare camicie sempre più attillate. Non interessato all'impegno politico, preferiva dedicarsi alle sue passioni, come la musica e le ragazze.

IL FIRUGELLO QUALUNQUISTA

La mi’ nonna mi chiamava “firugello”,

‘on velle camicine ‘osì strippate;

ero ‘no sfilatino biscarello,

ma le volevo ancora più attillate.

Eran gli anni settanta, e le ‘oscienze

erano al pezzo, doppo ‘l sessantotto.

Ma a me m’interessavano le pense,

sempre più strette, e ‘l collo del diciotto.

‘Un mi riusciva respira’ o girammi,

e ‘gginse mi facean certe gambette

a filoncino, ma mi piacea guardammi.

Sempre lontano dalle camionette,

‘un ne voleo sape’ dell’impegnammi.

Con velle mi’ magline belle strette,

senza la cappottina a scoglionammi,

facevo ‘l sega ‘on le ragazzette,

sempre alle prove, sedute, a rimirammi

vando rullavo ‘on le mi’ bacchette.

E a valcuna ni vedevo le braette.