REDAZIONE LUCCA

Il brindisi analcolico della discordia Monta la polemica contro la giunta

Il brindisi natalizio benaugurante, si è trasformato in un calice amaro. Dopo il cin cin di protesta – con acqua frizzante e pandoro – organizzato dall’associazione ’Compriamo a Castelnuovo’ sotto l’abete di piazza Umberto; monta la polemica contro l’ordinanza comunale che ha vietato, con sole 24 ore di anticipo, la possibilità di vendere o somministrare bevande alcoliche nel giorno della Vigilia. "Chiederemo al più presto un incontro al sindaco Tagliasacchi per capire cosa è successo. Innanzitutto – commenta il presidente dei commercianti Andrea Baiocchi – per le tempistiche che hanno arrecato un grave danno economico ai nostri associati del settore bar che avevano già effettuato gli ordini per la Vigilia e sono stati invece costretti, di fatto, a stare chiusi. Il tam-tam mediatico e soprattutto sui social che ha seguito la decisione del sindaco ha portato anche un grave danno d’immagine a tutta la nostra comunità" Un’altra cosa che è piaciuta poco ai vertici dell’associazione sono i due pesi e due misure tra la Vigilia di Castelnuovo, da anni ormai una tradizione, e l’organizzazione del Camel Ponce di Pietrasanta dove le ordinanze restrittive hanno riguardato la tarda notte. "L’amministrazione si difende dicendo di aver applicato le direttive arrivate dalla Questura – prosegue Baiocchi –. Vogliamo sapere cosa può essere successo di diverso tra noi e Pietrasanta. Pensiamo che nel consiglio di sicurezza del 21 dicembre, svoltosi con ritardo a nostro parere, il sindaco di Castelnuovo abbia presentato uno scenario ben diverso rispetto al collega versiliese". E l’opposizione in consiglio comunale si schiera con i commercianti: " E‘ come se – commenta il capogruppo Silvia Bianchini- l’amministrazione avesse tolto la voglia di stare insieme e di festeggiare in maniera civile. Castelnuovo è stato l’unico Comune nella provincia di Lucca a subire una restrizione del genere, facendoci passare per gente incivile ed ingestibile se non con misure da regime di proibizionismo. L’ordine pubblico è certo una priorità, ma calpestare la libertà dei singoli e il diritto al lavoro degli esercenti non può essere considerata un soluzione al problema. Ci permettiamo di suggerire che il prossimo anno sarà il caso di sedersi ad un tavolo per tempo per cercare soluzioni più adeguate".

Dino Magistrelli