Green pass, obbligo per il personale Presidi chiamati a controllare

Fontanelli: "L’80% è già vaccinato", Bechelli: "Tuteliamo la sicurezza, ma questa responsabilità non ci piace"

Con la seconda metà di agosto si può dire che ci si avvicina velocemente alla fine delle vacanze estive. O almeno è così per la maggior parte delle persone. Sicuramente lo è per il mondo della scuola che, anche se a porte chiuse, inizia a pianificare e organizzare il nuovo anno scolastico. Un lavoro ultimamente reso più ostico dalla pandemia che ha rivoluzionato tutto il sistema. La novità di quest’anno (o almeno dei primi mesi) si chiama Green Pass. E’ già noto a tutti. Il decreto entrato in vigore una decina di giorni fa, lasciava ancora aperte alcune questioni, tra tutte quelle sulla scuola. Il nodo, però, sembra sia stato sciolto qualche giorno fa, con la firma in notturna del nuovo protocollo di sicurezza con le norme per l’avvio del nuovo anno scolastico. Non è ancora detta l’ultima parola, ma tutte mirano sostanzialmente ad una cosa sola: garantire la scuola in presenza. È stato confermato l’obbligo, a partire dall’1 settembre, del Green Pass per tutto il personale dipendente, con delle corsie preferenziali al vaccino per chi non lo ha ancora fatto e tamponi gratuiti a spese dell’istituto per chi non può farlo. A controllare l’osservanza delle regole saranno i dirigenti scolastici, o chi per loro.

"Stiamo aspettando l’ufficialità e dalla prossima settimana inizieremo a mettere mano alla pianificazione - spiega Massimo Fontanelli, preside del polo Fermi Giorgi - Nel nostro istituto direi che l’80% del personale è già vaccinato. Sono d’accordo con l’obbligatorietà nel momento in cui le scelte di pochi influenzano la quotidianità di tutti, ma dall’altra parte capisco le paure e le ansie". Si perché a sentire anche Alessia Bechelli, preside dell’Iis Carrara, Nottolini, Busdraghi, le motivazioni delle mancate vaccinazioni, anche a distanza di tempo, sono i dubbi e le perplessità. "Sono rimaste in poche non ancora vaccinate, e la maggior parte non lo hanno fatto per diffidenza. Da parte nostra c’è ovviamente premura date le tempistiche imposte dal decreto. Come preside non posso non tutelare prima di tutto la sicurezza della mia scuola, ma certamente questa responsabilizzazione non ci piace".

E non piaceva neppure l’idea del tampone a carico della scuola per chi non fosse ancora vaccinato. Su questo, infatti, si è espresso a sfavore anche l’associazione nazionale dei presidi. Ma la polemica è rientrata una volta che il ministero ha chiarito che tale supporto verrà garantito solo ai soggetti fragili, che in quanto tali non possono sottoporsi alla vaccinazione e non a chi non vuole. "A mio avviso queste persone, però, non vanno isolate - conclude Bechelli - ma informate".

Teresa Scarcella