Ha chiuso con successo l’XI edizione delle “Conversazioni in San Francesco”, la manifestazione culturale ideata e organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca che in questa edizione ha visto come filo conduttore il tema “Eroine ed eroi”.
L’ultimo appuntamento è stato con lo scrittore Gianrico Carofiglio che ha portato sul palcoscenico “Eroi dell’errore”, ispirato al suo libro dal titolo “Elogio dell’ignoranza e dell’errore” (Einaudi, 2024, pagg.96), un confronto dai presupposti interessanti in un dialogo con la giornalista Marianna Aprile.
Carofiglio, ex magistrato e senatore, autore noto per i suoi romanzi, è stato vincitore e finalista di importanti premi letterari, ed è molto apprezzato per la serie tv Rai tratta dai suoi romanzi con “Il metodo Fenoglio – L’estate fredda”, posizionandosi nelle classifiche fra gli autori più seguiti.
Il motto è che nella vita non è ammessa ignoranza, non le sembra un’affermazione improponibile, quasi una contraddizione in termini?
"Lo è, anzi, direi che è una vera e propria sciocchezza, un po’ come quando si dice la stessa cosa nei confronti della legge; l’ignoranza è una parte fondamentale della nostra vita, da distinguere tra ignoranza consapevole e inconsapevole; in realtà dall’ignoranza nasce stupore e gioia per tutto ciò che ci sta intorno".
Eppure il genere umano fatica ad ammettere errori, se così fosse avremmo evitato guerre passate e attuali, non le pare?
"Senza dubbio, è così. Vede, noi facciamo fatica a sentirci in torto ma l’errore è una parte essenziale, ammetterlo apre indubbiamente a prospettive migliori, bisogna riuscire a farlo, è molto importante".
Dire che si è sbagliato può sembrare alla fine un atto che incrina una sorta di virilità?
"In tutto ciò vi è una forma di narcisismo, appare la ridondanza dell’ego, l’essere umano ragiona così, anche se non tutti, ovviamente".
Se fosse facile ammettere l’errore, il mondo sarebbe ispirato alla conciliazione, invece…
"Posso dirle che non è facile ma è indispensabile; maggiormente il mondo è polarizzato e più è difficile ammettere l’errore; ma l’errore è uno strumento di lavoro e troppo spesso vengono difese le nostre convinzioni, ritenute uniche e vere ma che includono la pretesa, appunto, di avere ragione".
Ci sono eroi dell’errore, dello sbaglio?
"Non li chiamerei così, bensì esistono personaggi che riconoscono l’errore…".
Nel suo libro “Elogio dell’ignoranza e dell’errore” che cosa troviamo di tutto questo?
"Nel libro si incontrano parecchi personaggi, da illustri pensatori a note persone dello sport o della scienza; direi che il libro nasce proprio da una riflessione prolungata, mia personale, di capire perché si sbaglia e perché succede".