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Zamberletti, cuore lucchese. Il ricordo del ministro

L’onorevole Giuseppe Zamberletti, deceduto nella notte fra sabato e domenica a 85 anni dopo una lunga malattia, ha avuto un rapporto privilegiato con Lucca e con la Valle del Serchio

Giuseppe Zamberletti

Lucca, 28 gennaio 2019 - Fu il fondatore della moderna Protezione civile italiana dopo essere stato commissario straordinario a seguito dei terremoti in Friuli (dal 6 maggio 1976) e in Irpinia (dal 23 novembre 1980). La Lucchesia lo ricorda anzitutto per essere stato l’artefice del primo allarme sismico in Italia, lanciato, anche attraverso la televisione, la sera del 23 gennaio 1985. Il primo febbraio di 34 anni fa Zamberletti, all’epoca già ministro della Protezione civile, venne in Garfagnana per ringraziare la popolazione, gli enti locali, le associazioni di volontariato. «L’allarme sismico poteva avere conseguenze gravi: scene di panico e persone che potevano rimanere ferite nella fuga. Invece – ricordò Zamberletti – ci fu una risposta nel segno della disciplina, del senso civico, della responsabilità e di una grandissima maturità tipica della popolazione della Garfagnana».

Zamberletti ha avuto un ruolo da protagonista anche nei convegni biennali del volontariato organizzati dal Centro nazionale che ha sede a Sant’Anna. E’ poi diventato il secondo presidente dello stesso Centro nazionale, fra il 2009 e il 2012 con vice presidente la lucchese Maria Pia Bertolucci. Zamberletti prese il posto di Maria Eletta Martini, che fu al timone del Cnv dalla fondazione.

Il legame fra Lucca e Zamberletti venne ribadito anche dallo stretto rapporto di collaborazione con l’onorevole Giuseppe Bicocchi, ideatore e primo vice presidente del Cnv, che fu punto di riferimento nazionale, presso il Ministero, per tutto il volontariato di Protezione civile.

L’eredità di Zamberletti in Lucchesia resta oggi legata ai consistenti investimenti sul fronte edilizio, per mettere in sicurezza gli edifici pubblici e privati prima del terremoto. Così da una trentina di anni nell’intera valle del Serchio si costruisce e si restaura con saggezza, perché si è capito che prevenire è meglio che curare, anche qualificando i nuovi geometri che vengono diplomati dall’Istituto di Castelnuovo Garfagnana.