Fulmine su podista durante la gara: "Vivo per miracolo, con l'acqua alle ginocchia"

Folgorato durante il Trail Alpi Apuane. La moglie: ‘Uno choc terribile’

Massimo Frugoli, il podista colpito dal fulmine

Massimo Frugoli, il podista colpito dal fulmine

Lucca, 8 luglio 2019 - Cielo nero come carbone, l’acqua picchia senza tregua e arriva fino alle ginocchia. Frane, grandine, il Tambura ricoperto dalla nebbia. Massimiliano Frugoli, podista 45enne dei Marciatori Antraccoli, cerca un riparo dalla tempesta. E’ disperato. Il sentiero non esiste più, gli altri corridori sono lontani, chissà dove. Dal cielo arriva una scarica improvvisa di fulmini. L’ultimo, terribile, piomba proprio a pochi millimetri da lui, dandogli una scossa tremenda. Massimiliano viene scaraventato all’indietro. E per quaranta minuti perde i sensi.

Doveva essere una semplice corsa, un’avventura faticosa ma avvincente. E invece il Trail delle Alpi Apuane in programma ieri mattina in Garfagnana si è trasformato in un incubo per colpa della tempesta che si è scatenata in tutta la Valle e non solo. Massimiliano si è salvato grazie a una forza incredibile. Dopo che quel fulmine, quaranta interminabili minuti senza sensi.

Poi si è rialzato, ma il cellulare non prendeva. Allora si è spostato finché non è riuscito a trovare una tacca per chiamare i soccorsi. Non è stato facile recuperarlo, perché i sentieri erano bloccati e le jeep ci hanno messo un po’ prima di metterlo in salvo. Adesso il podista è ricoverato all’ospedale di Castelnuovo.

E’ fuori pericolo ma ha passato tutta la notte sotto osservazione. «E’ stato uno choc terribile – racconta la moglie, accanto al suo letto in ospedale – Quando Massi ha ripreso conoscenza sono riuscita a parlarci e mi ha detto che era vivo per miracolo. Sono stati minuti terribili. Ho temuto il peggio finché non l’ho potuto riabbracciare».

La voce trema ancora dalla paura. «Massi è un podista esperto, una settimana fa aveva corso i 100 km del Passatore. Mi ha detto che la corsa non è stata organizzata bene. Dovevano stopparli e invece li hanno fatti continuare. A un certo punto ha perso le bacchette, l’acqua non finiva di cadere e ha rischiato di precipitare giù dal burrone. Per ripararsi dalla grandine ha cercato riparo sotto una ruspa, perché le cave erano chiuse. Poi c’è stato il fulmine, per fortuna è caduto all’indietro e non in avanti, altrimenti l’acqua l’avrebbe portato via. Massimiliano è andato in ipotermia e quando si è risvegliato non riusciva a parlare bene. Se è ancora qui con noi è davvero un miracolo».