Fototrappole e test sulle tracce “Essenziali gli esiti delle indagini Ma di solito non attacca l’uomo“

Il veterinario Stefano Giurlani (Asl): “Non si può escludere niente, servono maggiori approfondimenti“. Tanti avvistamenti nelle ultime settimane anche intorno alla città, piccoli branchi anche nel Padule.

Fototrappole e test sulle tracce  “Essenziali gli esiti delle indagini  Ma di solito non attacca l’uomo“
Fototrappole e test sulle tracce “Essenziali gli esiti delle indagini Ma di solito non attacca l’uomo“

Una foto mentre scorrazza tranquillo alle 4 del pomeriggio a Sant’Alessio, dietro il ristorante Il Bamboro. Un’altra di primo mattino nella zona di Carignano. In più tracce inequivocabili: un asino sbranato in una tenuta sopra la zona del Seminario a Tre Cancelli, un capriolo sventrato in via dei Borelli a Sant’Alessio.

Il lupo c’è, ed è alle porte della città, su questo non si discute, come hanno avuto modo di documentare alcuni coltivatori lucchesi tra cui Carlo Incrocci che lo segnalò sul nostro giornale il 21 febbraio scorso. Dunque dobbiamo aver paura quando si va a correre o a portare il cane a passeggio nel verde?

“Vorrei premettere un aspetto fortemente caratterizzante l’indole del lupo – risponde il dottor Stefano Giurlani, medico veterinario responsabile Asl di sanità pubblica veterinaria che ha gestito il caso della signora morsa a Porcari – il lupo non attacca l’uomo, non lo riconosce come possibile preda, piuttosto semmai come una minaccia da cui allontanarsi velocemente. E’ chiaro che nulla si può escludere: il cane della signora che ha subito l’attacco potrebbe aver insidiato la tana del lupo con i cuccioli, per fare un esempio. Ma in questa fase, con quello che abbiamo a disposizione, è bene restare cauti e attendere gli esiti degli accertamenti da parte dei corpi di polizia“.

L’iter di solito consiste nel piazzare fototrappole o analizzzare i resti di escrementi nella zona. Servono test genetici per poter affermare con certezza che quello che ha morso la signora all’avambraccio fosse davvero un lupo“.

Alcuni branchi sono stati effettivamente isolati e accertati come lupi “veri“ sulle Alpi Apuane, San Ginese, nel Padule.

“Quello che ci tranquillizza nel caso della signora, a cui ovviamente sono state fatte tutte le profilassi del caso, ma anche più in generale, è che nelle nostre zone non c’è la rabbia, debellata da tempo – spiega Giurlani – Ma è chiaro che sarà importante approfondire gli aspetti che concernono la sicurezza, anche se il mio invito rimane quello non di creare inutili allarmismi prima degli esiti delle indagini necessarie“.

Per la signora che ha subito il morso all’avambraccio, che si è dichiarata sin da subito amante e grande conoscitrice degli animali, non ci sarebbero dubbi: quello era un lupo vero.

Laura Sartini