REDAZIONE LUCCA

Blitz nell’ex manicomio, coppia di 'fotoamatori' in manette

Due giovani lucchesi arrestati a Maggiano dai carabinieri e condannati a 10 mesi. "Siamo entrati solo per qualche scatto". Ma forzano l’ingresso con le cesoie

Le telecamere dell’ex manicomio sono collegate direttamente con il 112

Lucca, 3 marzo 2021 -  I carabinieri del Nucleo Radiomobile li hanno pizzicati lì, poco dopo le 18 di lunedì, dentro l’area cinema dell’ex ospedale psichiatrico di Maggiano. Proprio vicino a dove sono conservate, al momento, pannellature, teli e materiali usati per l’allestimento del Museo della Follia fino chiuso poi a settembre del 2019. Loro, due amici lucchesi di 21 e 22 anni, ci si erano rintanati, non appena avevano capito che, dentro all’ex manicomio, c’era qualcuno che gli dava la caccia.  

Di fronte ai militari hanno provato a spiegarsi: "Non eravamo qui per rubare, volevamo scattare solo qualche foto". Fare cioè, quello che in gergo, si chiamano foto “urbex“: acronimo di urban exploration. Esplorazione urbana, in italiano. Cioè? Entrare in edifici abbandonati, esplorarli palmo a palmo in cerca di scorci e suggestioni da fotografare. Poi fare fagotto e uscire. E quale location migliore, deve aver pensato la coppia, del tenebroso ex manicomio di Lucca? Peccato che il blitz fotografico sia costato loro l’arresto per tentato furto.  

I due amici, per entrare, infatti hanno tagliato con una cesoia la grossa catena posta a chiusura di uno degli ingressi. Dopo si sono lasciati inghiottire dall’ex manicomio. Addosso avevano due zaini con tutto l’occorrente per lo scasso e la forzatura delle serrature. Ma non avevano fatto i conti con le telecamere che, dal 2017 sorvegliano alcuni padiglioni della struttura. Il sistema d’allarme è direttamente collegato con i centralini del 112 e del 113. Gli occhi elettronici li hanno inquadrati, facendo scattare l’allarme.  

Le telecamere sono state installate infatti dopo i numerosi raid andati in scena, soprattutto la notte, nei corridoio dell’ex manicomio. Per dare un’idea dei numeri: subito dopo la loro installazione 4 anni fa, furono identificate almeno un centinaio di persone che entravano per vandalizzare o depredare la struttura. Poi la voce della video-sorveglienza si diffuse nell’ambiente. E i blitz si arrestarono. Fino a due giorni fa, con l’arrivo della coppia di amici in cerca di scorci ed emozioni forti. I due, fra l’altro, erano vestiti di nero e col volot coperto da maschera e cappellino. I carabinieri li hanno arrestati lunedì e ieri i due sono stati condotti di fronte al giudice Nidia Genovese dove si è celebrato il processo per direttissima. Entrambi hanno patteggiato 10 mesi di reclusione. Al momento sono liberi, senza obblighi.  

cla.cap