Andrea Bulgarella, il costruttore siciliano ma pisano d’adozione e attuale proprietario della Lucchese, negli anni scorsi sospettato di avere collegamenti con Cosa Nostra e poi totalmente scagionato, ha inoltrato un esposto a due procure Genova e Caltanissetta per fare luce proprio su quelle inchieste che, a suo dire, "lo hanno danneggiato e lo danneggiano tuttora dal punto di vista economico e dell’immagine personale proprio per le "ingiuste accuse" subite. Secondo Bulgarella si è trattato di "un depistaggio attuato nei miei confronti da un sodalizio criminale di uomini di Stato, falsi mafiosi, consulenti compiacenti, giornalisti portavoce della procure che trova ampio riscontro nell’infondatezza delle accuse gravissime che mi sono state rivolte". Il fatto a cui si riferisce l’imprenditore, impegnato in grandi lavori di restauro conservativo di immobili di pregio a Trapani, Pisa, Livorno e altre regioni, ed ex presidente del Trapani calcio e del Pisa, riguarda le sue vicende imprenditoriali e giudiziarie che vanno dagli anni ‘90 fino al 2015. "Il mio gruppo industriale - afferma nell’esposto - è stato trascinato in una vicenda giudiziaria di cui sono stato una vittima inconsapevole, da innocente, e ancora oggi mi devo difendere e giustificare, per le conseguenze negative che paghiamo a caro prezzo: gravissimi danni patrimoniali e di immagine nonostante i decreti di archiviazione emessi dai gip di Firenze e di Milano".
Il costruttore si dice vittima di un sistema che lo avrebbe "crocifisso" pubblicamente senza però infliggergli condanne penali e che proprio per questo ha pagato un prezzo altissimo: "Sono finito dentro un tritacarne mediatico-giudiziario - osserva Bulgarella - alimentato da falsi pentiti, con accuse infondate ma che speravo non eterodirette ma oggi sono estremamente convinto del contrario: a Firenze sono stati indagati e spiccati atti d’indagine per accuse gravemente infamanti nei confronti di un imprenditore di caratura nazionale e del suo gruppo, nonché del numero uno della principale Banca in Italia, Unicredit, senza avere nessun indizio idoneo a sostenere la benché minima accusa. E allora il disegno criminoso che denuncio è vero: il sistema a Trapani decise di distruggermi perché mi opponevo, denunciavo, difendevo Trapani e la Sicilia contro gli speculatori del nord conniventi coi mafiosi e con una certa politica e finanza".
Gab. Mas.