Escalation di violenze sulle donne Al codice rosa 250 richieste di aiuto

Nella maggioranza dei casi la vittima è italiana (76%) e denuncia maltrattamenti fisici (93%). Al centro antiviolenza "Luna" le case rifugio sono tutti piene e si abbassa l’età delle vittime

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Un numero, in agghiacciante crescita, ma da leggere in controluce, premette Daniela Caselli, presidente del centro antiviolenza Luna Onlus. “Nel 2020 abbiamo accolto 219 richieste di aiuto dalle donne vittime di violenza, nel 2021 sono lievitate a 286, nel 2022 sono 266, dati riferiti alla Piana Lucchese – sottolinea –. Un’escalation che ritengo positiva perchè indica emersione dei casi, fiducia nella nostra associazione che da sempre schiera sul campo professionalità vere, in ambito legale, psicologico ecc. Stiamo portando avanti un importante lavoro nelle scuole, e credo che questi siano i buoni frutti in termini di sensibilizzazione e consapevolezza“.

C’è però da considerare anche una variabile invisibile ma pesantissima: quasi ogni donna ha con se i figli, innocenti vittime di violenza assistita che domani possono diventare a loro volta carnefici o succubi indifesi di forme di sopraffazione. C’è chi ne esce, come spiega Caselli: “Dei 266 contati arrivati al Cav sono stati avviati 189 percorsi di uscita alla violenza, che non necessariamente si concretizzano in atti legali: infatti solo il 30% delle donne che fanno accesso hanno denunciato. Tribunali civile e penale dovrebbero interfacciarsi di più in un procedimento di questo tipo: se c’è un rinvio a giudizio mosso da evidenze oggettive perchè l’uomo violento e la sua vittima devono trovarsi, in sede civile, allo stesso tavolo a discutere su chi terrà i figli? L’aspetto positivo è che in Lucchesia è stato riscontrato un incremento delle misure cautelari concesse, a dimostrazione della gravità dei fatti che le donne denunciano“.

Segnalazioni in aumento anche dalle donne più giovani, di età 18-29 anni. E’ un fatto che le 9 case protette dell’Associazione Luna sono sold out: quest’anno nei rifugi sono state accolte 43 donne con i loro 54 figli provenienti da tutta Italia. Qui le donne vivono al sicuro, ma, come dicono loro stesse, in regime di detenzione mentre l’artefice delle violenze è in libertà. “Non possono avere il telefono, nè loro nè i figli, non possono avere contatti con parenti e amici, e neanche andare a scuola. Non è un percorso facile ma è l’unico possibile per dire stop alla violenza“. Alla “Luna“ le donne trovano conforto, comprensione, protezione, ma soprattutto una strada tracciata per riacciuffare una vita: formazione per trovare un lavoro, prendere la patente, assistenza per un’eventuale causa.

Anche le statistiche del codice rosa del pronto soccorso e dei consultori Asl confermano il drammatico trend: negli ultimi tre anni gli accessi al percorso “Codice rosa” attraverso gli 11 pronto soccorso degli ospedali aziendali sono cresciuti: nel 2021 sono stati 578 in totale, 18 in più rispetto al 2020 (quando gli accessi erano stati 560) e 37 in più rispetto al 2019 (quando gli accessi furono 541). Nei primi sei mesi del 2022 gli accessi registrati sono stati 283. Dei 578 casi che hanno attivato il “Codice rosa” attraverso i pronto soccorso nel 2021 il 76% ha la cittadinanza italiana, il 24% la cittadinanza straniera; il 71% è costituito da donne; il 12% è minorenne, l’88% maggiorenne; il 93% denuncia maltrattamenti fisici, il 7% abusi sessuali.

Il fenomeno risulta diffuso su tutto il territorio. Nel 2021 gli accessi al “Codice rosa” al San Luca sono stati 117, mentre al pronto soccorso del “Versilia” gli accessi sono stati 115,a Castelnuovo Garfagnana 19: 251 in provincia. Nei consultori dell’Azienda USL Toscana nord ovest, nel 2021, le persone seguite sono state 508, 43 in più rispetto al 2020 e 8 in più rispetto al 2019. Nei primi sei mesi del 2022 le persone che si sono rivolte ai consultori sono state già 301.

Laura Sartini