"E’ una scelta voluta dal Governo Meloni"

L’assessore regionale Nardini spiega il senso della delibera regionale

"Capisco benissimo l’amarezza dei sindaci e anche la loro preoccupazione rispetto alle ricadute di una scelta voluta non da Regione Toscana ma, ci tengo a ricordarlo, dal Governo Meloni. Ecco perché mi sarei aspettata una presa di posizione contro il Governo e la scelta del Ministro Valditara piuttosto che contro la Regione che è chiamata ad eseguire".

L’assessora regionale Alessadra Nardini risponde in questo modo ai sindaci dei tre comuni (Pescaglia, Bagni di Lucca e Stazzema) i cui istituti comprensivi sono destinati all’accorpamento per effetto della delibera della giunta regionale che, appunto, recepisce le indicazioni del decreto ministeriale.

"Proprio perché li capisco – aggiunge Nardini – e proprio perché non condivido l’idea che sulla scuola pubblica si tagli, quando invece ci sarebbe bisogno di investimenti, voglio ricordare che come Regione ci siamo opposti in tutti i modi alla scelta del Ministro Valditara: lo abbiamo fatto in Conferenza delle Regioni e lo abbiamo fatto con due ricorsi: uno alla Corte Costituzionale e uno al Tar del Lazio. Ecco, mi permetto di dire che magari mi sarebbe piaciuto leggere un comunicato anche a sostegno di questa battaglia che abbiamo fatto e che, convintamente, rifarei perché reputo giustissima“.

Le cose, come ricorda ancora Nardini, sono andate in modo tale che la Regione si è trovata spalle al muro e ha approvato la delibera sulla riorgamizzazione dei plessi.

"Purtroppo, – dice ancora l’assessora – come sappiamo bene, la Corte ha deciso diversamente e ora c’è una legge che va applicata e rispettata anche se non la si condivide. Se non avessimo fatto quella delibera, i tagli sarebbero arrivati dall’alto e sarebbero stati lineari, molto probabilmente senza nessuna tutela verso nessuna area interna. Avremmo potuto fare una scelta diversa a quella che come Regione abbiamo fatto: partire dalle istituzioni scolastiche con meno studentesse e studenti, invece abbiamo deciso di tutelare almeno quelle delle aree interne periferiche e ultraperiferiche".

L’ultima considerazione dell’assessora è sul ruolo di chi governa i provessi.

"Come sa bene chi amministra – dice – ci si deve basare sugli atti e sulla base di atti ne produciamo altri. La classificazione delle aree interne è un fatto, nel merito del quale non entro, ma di cui abbiamo preso atto nella delibera.

Ricordo inoltre che sarebbe complesso dire a chi ha già dimensionato correttamente e accorpato negli anni passati, che deve rinunciare alla propria autonomia scolastica mentre ancora persistono istituzioni scolastiche sottodimensionate.

Ricordo, infine, che i criteri adottati in delibera sono stati proposti da Regione Toscana in vari incontri con Anci, Upi, Città Metropolitana, Cgil, Cisl e Uil, trovando unanime convergenza rispetto al fatto che fossero i migliori possibili in una situazione che, sottolineo ancora una volta, non abbiamo voluto noi, ma ci viene imposta dal Governo".