Risveglio amaro ma non troppo per bar e ristoranti che da ieri devono chiedere ai clienti il super green pass, quello che scaturisce dal vaccino e non dal tampone. “Per chi ha molti tavoli è una novità che ha un peso – dichiara Sandra Bianchi, presidente Fipe Confcommercio –. Penso agli aperitivi, alla classica cioccolata calda da gustare al tavolo, possibilmente all’interno visto che fuori le temperature non invitano più di tanto. Non è un caso che qualche collega si sia anche attrezzato con le coperte. Alla fine per noi tutto resta uguale, quindi senza obbligo di green pass per chi consuma in piedi al banco, c’è solo il rafforzativo del pass da vaccino per chi si siede ai tavoli. Però se questo serve a sventare un nuovo lockdown ben venga. E’ il male minore, lo accettiamo con questa filosofia: tornare alle chiusure e all’asporto sarebbe una mazzata“.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Andrea Canini del Bar Moka in via Fillungo: “Qualche cliente ci aveva già salutato pensando che servisse il green pass anche per la consumazione al banco – dice –, invece li abbiamo visti tornare con grandissimo piacere. Alla fine a noi cambia ben poco, meglio così“. Nessuna prova d’appello possibile nell’immediatezza almeno, per chi non ha il vaccino, a differenza di ciò che avveniva finora.
“Da noi capitavano quelli che, non avendo il green pass valido, rimediavano seduta stante facendo spola per il tampone alla farmacia di piazza San Michele – dice Giuliano Pacini, proprietario dello storico ristorante Buca di Sant’Antonio –. Ora certo non sarà più possibile. Personalmente sono convinto della validità dei vaccini come unica arma per uscire da questo tunnel, e quindi non vedo male questo nuovo provvedimento. Certo dispiace trovarci di nuovo a constatare che come categoria ci siamo sempre noi nel mirino. Comunque in generale il lavoro è ripreso bene, per il giorno di Natale ho già tutto pieno“.
Per Samin Sanai, proprietario di Paniko, l’amaro è dato soprattutto dalla situazione delle luci di Natale. “Le novità sul pass vaccinale ci toccano relativamente, ma il brutto è passare il Natale a luci spente, come sta avvenendo, non si capisce perchè, in via San Girolamo – dice –. Qui i miei colleghi ci sono rimasti tutti male che il Comune non ha pensato a illuminare questa zona, e ha invece messo delle pendane in Corso Garibaldi dove non ci sono attività. Non ci capisce il criterio con cui si sono mossi“.
“Ormai nella maggioranza dei casi i clienti hanno tutti il green pass – dice Leonardo Di Lorenzo di Leos – , quindi non ci sarà una sofferenza come in passato. Alcuni clienti si perdono, è chiaro, ci hanno salutato perchè non intendono vaccinarsi. Però è una minoranza e d’altra parte non si può rischiare di chiudere di nuovo. Continuo con la mia spensieratezza a rispondere alle domande scaturite dalla confusione del momento: a una signora che mi ha chiesto se per andare in bagno ci vuole il green pass, io gli ho risposto che basta lo stimolo“.
Laura Sartini