REDAZIONE LUCCA

Dalla cenere a nuova vita Rinasce il “Colorificio BL“

La sede dell’azienda un anno fa venne distrutta da un maxi incendio . Oggi l’hangar devastato dal rogo riapre al pubblico: "Una vera impresa"

Le fiamme quella notte erano alte 15 metri: una torre rovente come l’inferno. Le lingue di fuoco leccarono, trasformandoli in cenere, gli 800 metri quadrati di magazzino del Colorificio BL, in via di Mugnano, a un passo dal sottopasso di via Ingrellini. Era la notte tra il 7 e l’8 gennaio 2020. A innescare le fiamme fu un relè dell’impianto fotovoltaico, non un gesto doloso. Ma per i 26 lavoratori del colorificio, fu lo stesso una pugnalata. E non solo per loro. A fiamme domate, dopo una notte di lavoro, una nube di fumo si sollevò dal colorificio, stazionò su S.Concordio, fino a disperdersi sui Monti Pisani. Tanto che il Comune emanò un’ordinanza per obbligare a sigillare le finestre e vietare di stendere i panni. L’incendio risparmiò l’area solventi (che avrebbe potuto sprigionare veleni) e gli uffici. Luca Franceschini, 39 anni, dipendente e membro del Cda di fronte a quelle fiamme ci si trovò dopo poche ore. Abbracciato agli altri colleghi: piangevano impotenti mentre l’incendio violentava il loro luogo di lavoro. Poi scese l’alba di cenere. "Ricordo che un mio collega, Fabrizio, un veterano, era in ginocchio davanti al magazzino, raso al suolo. Disse “Io voglio vincere“". Quella frase è rimasta nella testa di tutti. Oggi loro, i 26 uomini e donne del Colorificio BL, dopo un anno esatto, hanno vinto. L’azienda ha riaperto i battenti nella storica sede di via di Mugnano, dal quale le fiamme provarono a scacciarlo. Non ci sono riuscite loro, non c’è riuscito il Covid. La vecchia sede, la nuova area di vendita al dettaglio e tutti i 1300 metri quadri, hanno riaperto il 10 gennaio, come se niente sia accaduto. Ma invece è accaduto tutto. .

"A partire dal giorno dopo quando il nostro amministratore delegato, Aladino Puccetti, convocò una riunione in un bar dietro il colorificio. Ci disse: “Se state con me, sistemeremo tutto. Sennò sentitevi liberi di andare“". Ma nessuno se ne andò. Pochi giorni dopo, un privato affittò un capannone a 800 metri di distanza. I fornitori continuarono ad avere fiducia nel Colorificio BL e i clienti restarono. "L’unica a interrompersi è stata la vendita al dettaglio che avveniva nel magazzino incendiato: ma oggi siamo tornati". Il fatturato è stato di 7 milioni di euro e l’assicurazione, ha risarcito i danni. Ma per far risorgere dalle ceneri la vecchia sede, la cinghia è stata tirata. "Abbiamo chiesto finanziamenti, sia per pagare gli stipendi che per ristrutturare tutto. Ci siamo autotassati". E i risultati sono arrivati, nonostante la pandemia, la cassa integrazione: nessuno è stato mandato a casa. "Anzi abbiamo assunto due giovani a tempo determinato. Quello che ci ha contraddistinto è stata l’unione: qui siamo tutti allo stesso livello, ci diamo del tu, pranziamo insieme e siamo una famiglia". Oggi quella famiglia è tornata a spalancare le porte ad altre famiglie che vogliono scegliere la vernice per la propria auto, i colori per la camera del figlio, la tinta delle persiane. Ma soprattutto venire a vedere con gli occhi un piccolo miracolo imprenditoriale. E capire quanto possano bruciare alte le fiamme di un sogno acceso.

Claudio Capanni