C’è un fiume di povertà che attraversa le nostre città. Prendiamo in prestito le parole di Papa Francesco, pronunciate di recente nel corso della “Giornata mondiale dei poveri”, per entrare nell’argomento che collega questa espressione all’ultimo “Rapporto sulla povertà e sull’esclusione sociale” della Caritas. Un bilancio e una traccia – sulla base dei dati relativi all’anno 2022 – che gettano un’ombra allarmante su una questione che dilaga.
Cresce quella che viene definita la "multidimensionalità dei bisogni" che riguarda una platea sempre più ampia e variegata di categorie sociali. Un’escalation di bisogni che portano ormai a dare per acclarata una letteratura che parla in termini di "democratizzazione delle povertà": che potrebbe suonare bene se non si approfondisse il concetto reale, ovverosia che è sempre più difficile "identificare gruppi sociali che possono dirsi impermeabili o invulnerabili al rischio povertà".
La Caritas di Lucca, con il prezioso lavoro svolto attraverso i “Centri di ascolto”, ci restituisce una fotografia molto aderente al dato, preoccupante, del nostro Paese. I numeri che riguardano la lucchesia sono trancianti e appare utile evidenziarli ancora, facendo riferimento a quelli forniti dall’Osservatorio diocesano. Nell’anno 2000, le persone accolte furono 109 che salirono a 635 nel 2008. Nel 2014, ancora un aumento, con 1435 persone che lo scorso anno hanno raggunto quota 2385. Sono dati, appunto; ma dietro a ogni singola unità numerica, si svela una persona: con i propri bisogni, disagi e difficoltà. Dovute, per esempio, a quella che viene definita come "spesa sproporzionata rispetto alle entrate" per coprire il mantenimento della casa, uno di quei beni che, come sappiamo, dovrebbe appartenere alla sfera dei diritti inalienabili. Ne parliamo con Don Simone Giuli, direttore della Caritas diocesana di Lucca.
"Il rapporto, a livello nazionale, conferma una situazione di disagio che anche quest’anno abbiamo monitorato attentamente; stiamo naturalmente raccogliendo gli ultimi dati relativi all’anno in corso che diffonderemo all’inizio del 2024 ma quello che mi sento già di affermare – dichiara Don Simone – è di aver visto un incremento delle persone che hanno accesso ai nostri oltre trenta centri di ascolto, disseminati sul territorio". Una conferma, dunque, relativa al bisogno reale delle persone. Prosegue Giuli: "Un altro dato certo, consolidato direi, è quello relativo ai lavoratori poveri, in quanto non riescono ad arrivare alla fine del mese; da questo punto di vista, stiamo cercando di riprendere il percorso del progetto “Ri-Uscire” in collaborazione anche con la Fondazione Cassa di Risparmio che aveva, in passato, fornito un contributo prezioso". La nota positiva, in questa realtà sconfortante, è la collaborazione tra Caritas, Arcidiocesi, terzo settore e servizi sociali: "Una rete che funziona – dichiara Giuli - e che ci auguriamo lavori sempre più in maniera intelligente, per esempio riuscendo a capire i bisogni dei giovani che hanno acquisito una determinata professionalità e come questa possa risultare spendibile nell’ambito occupazionale".
Il direttore della Caritas di Lucca conclude con un’esortazione e un invito: "Dobbiamo tutti quanti lavorare all’insegna della solidarietà e della fratellanza, senza avere paura". Un po’ come a richiamare una delle affermazioni di Papa Francesco: "Noi argentini diciamo “No te arrugues”". Che tradotto, significa non tirarti indietro, apriti.