
Un momento dell'assemblea
Lucca, 30 ottobre 2016 - Salta il voto sul piano di ristrutturazione aziendale proposto dalla Cooperativa Morelli, rinviato al 19 novembre. Ieri sono scoppiate scintille nell’assemblea che si è tenuta all’Hotel Guinigi. Quattro ore e mezzo di corpo a corpo dei soci lavoratori (280 presenti di cui 86 delegati) con il consiglio di amministrazione e con il presidente Paolo Amazzini. E se il buongiorno si vede dal mattino, dall’incipit si è capito tutto. All’unisono la folla dei lavoratori ha urlato «fuori fuori» ai consulenti esterni, tra cui due avvocati, invitati in assemblea dal cda: «L’incontro è riservato ai soci lavoratori, gli altri a casa». E dopo ripetuti incitamenti, così è stato. Il presidente Amazzini ha tentato a quel punto di preparare la strada al voto su un accordo che già nell’incontro dei soci lavoratori, avvenuto la sera prima, era stato bollato come inaccettabile: 9% sottratto ogni mese dallo stipendio lordo, tredicesima e quattordicesima dimezzate, giorni di ferie – da 2 a 7 l’anno – da dimenticare. «Io sono uno di quelli più ‘ricchi’ qua dentro – dice un lavoratore – e prendo mille euro al mese.
Queste decurtazioni significherebbero rinunciare a 200 euro tutti i mesi. Non è possibile». C’è anche chi lavora solo 22 ore la settimana, e prende 500 euro, chi ne lavora sette. «Non possono pescare dalle nostre tasche quando già prendiamo stipendi da fame, oltretutto per riparare una situazione di cui sono i membri del Cda i responsabili. E visto come hanno gestito le cose dove troviamo la fiducia per dargli ancora soldi nostri?». Sono talmente tanti i soci lavoratori – di Lucca, ma anche di Firenze e di Ancona – che molti nemmeno si conoscono tra loro. Sono impiegati anche al Cup del San Luca, al centralino o alle pulizie di varie cartiere o aziende meccaniche, tra cui la Perini, la Ds Smith, e anche a Palazzo Santini. Ma il macigno che sta pesando sul futuro di una Coop che è sempre stata il fiore all’occhiello del nostro territorio, ha spiegato il presidente Amazzini, è l’appalto con le Ferrovie, con la gestione dei lotti 27 e 28 decisa per sopperire alla perdita dell’appalto delle pulizie del Tribunale di Firenze. «Prima si è affacciato un problema di carenza di risorse, poi di conflittualità con il committente, che chiedeva risultati qualitativi sempre migliori, per una perdita di bilancio che ad oggi è pari a circa 1 milione e 200mila euro. L’appalto con le Ferrovie – ha aggiunto – terminerà a maggio. Non possiamo recedere prima perché questo comporterebbe un’emorragia di 2 milioni e 400mila euro, tra cauzioni e fideiussioni, più altre eventuali penali». Cifre dette, ma non documentate. E su questo si è scatenato il finimondo.
«Basta parole vogliamo i documenti come già vi hanno chiesto da tempo i sindacati nazionali. Altrimenti vuol dire che oggi ci state chiedendo un’assurdità, quella di firmare un assegno in bianco». L’esasperazione e la rabbia su ogni volto, tantissime le donne, molti anziani. Uno degli interventi più applauditi è stato quello di un giovane lavoratore: «La nostra proposta è di condividere un nuovo piano comune di risanamento aziendale così come hanno indicato i sindacati, in cui l’onere è condiviso con tutta la platea dei lavoratori Morelli, i 380 soci lavoratori, ma anche gli altri 500 dipendenti». Netti i sindacati Filcams, Fisascat e Uiltrasporti: «La strada è quella di tagliare i costi generali e finanziari. L’aspetto positivo è che la presidenza ha accolto la nostra indicazione di ridurre il progetto di risanamento da 5 a 3 anni. Ma c’è ancora molto da lavorare».