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Contro gli assi viari Arriva nuovo comitato

Si chiamerà Comitato di difesa dell’area verde dei laghetti di Lammari. Il presidente è il dottor Franco Antonio Salvoni, ex consigliere comunale.

Contro gli assi viari Arriva nuovo comitato

Ribadita la contrarietà agli assi viari, iniziative per scongiurarne l’esecuzione (che saranno discusse la prossima settimana nel Forum delle associazioni), nomina del presidente del consiglio direttivo. Sono le tre fasi salienti emerse dall’Assemblea Costituente riunione del Comitato di difesa dell’area verde dei laghetti di Lammari. Il presidente è il dottor Franco Antonio Salvoni, ex consigliere comunale. Il consiglio sarà composto da: Guido Angelini (consigliere comunale), David Antonelli, Francesco Cerasomma, Silvia Cordoni (anche segretario), Adriano Gabrielli, Francesco Masini, Gabriele Mezzetti, Carla Papini, Claudia Pignatelli, Vittorio Salotti, Franco Antonio Salvoni, Lorenzo Sei, Simone Tomei. Durante il corso della riunione i promotori del Comitato hanno illustrato le motivazioni che hanno portato la cittadinanza a prendere posizione contro la costruzione dei nuovi assi viari. Secondo quanto esposto dagli organizzatori, pienamente condiviso da tutti i presenti, un centinaio in tutto, l’opera in questione danneggerebbe irreparabilmente l’area verde dei laghetti di Lammari considerata un importante polmone per la tutela della qualità dell’aria, della biodiversità e della salute pubblica, per tutta la piana.

Verrebbero chiusi molti pozzi artesiani utilizzati per l’approvvigionamento idrico, sarebbero interrotte la viabilità minore ed il reticolo di fossi della Piana, sarebbero danneggiate le proprietà agricole attraversate dall’opera. Inoltre lo scopo che il Comitato, attraverso la contestazione di questa nuova infrastruttura, intende perseguire è di portare all’attenzione pubblica la necessità di cambiare la strategia della mobilità delle merci e delle persone sia a livello locale che nazionale. Non è più possibile continuare a costruire strade, a cementificare il territorio, a distruggere l’ambiente naturale; la salute pubblica, i cambiamenti climatici, la salvaguardia dell’ambiente ci impongono nuovi modelli di sviluppo che prevedono, per il trasporto delle merci, l’utilizzo massiccio della ferrovia e per la mobilità delle persone sistemi alternativi moderni ed ecologici. Secondo il Comitato siamo vicini al punto di non ritorno.

Massimo Stefanini