REDAZIONE LUCCA

Comunicare ai malati. Il personale formato ha maggiore empatia

Pubblicati i risultati di uno studio condotto dalla Asl per valutare l’efficacia della formazione alla comunicazione centrata sulla persona.

Un medico che parla con una paziente

Un medico che parla con una paziente

È stato recentemente pubblicato sulla rivista internazionale “Pec Innovation” l’articolo dal titolo “Empathy training via Kalamazoo Consensus in remote and in-person medical communication: A randomized controlled trial”, che documenta i risultati di uno studio randomizzato controllato condotto in Azienda Usl Toscana nord ovest per valutare l’efficacia della formazione alla comunicazione centrata sulla persona.

Lo studio, promosso dal direttore dell’unità operativa complessa Francesco Niccolai e condotto da un team multidisciplinare di docenti interni, nasce dalla volontà di verificare scientificamente l’impatto del corso aziendale di comunicazione rivolto ai neoassunti.

Il corso rappresenta il primo livello del percorso formativo in comunicazione clinica ed è stato strutturato secondo il modello del Kalamazoo Consensus Statement, un riferimento internazionale per la comunicazione medico-paziente.

A partire dal 2020, oltre 600 operatori sanitari hanno completato il percorso formativo, che si svolge interamente online in piccoli gruppi.

I dati confermano dunque che l’empatia, pur non essendo innata, può essere appresa e potenziata tramite percorsi formativi mirati, anche in modalità telematica.

“I dati ottenuti – sottolinea, a commento dei risultati, il primo firmatario dello studio, il medico Giovan Battista Previti - ci permettono di affermare con fiducia che l’empatia, elemento fondante della relazione clinica, può essere efficacemente rafforzata attraverso una formazione strutturata e interattiva, anche a distanza. La risposta positiva dei partecipanti e le evidenze emerse ci incoraggiano a proseguire con rigore nella valutazione degli effetti della formazione sulla pratica clinica reale”.

Dopo il corso di base, il percorso formativo prosegue e si arricchisce ulteriormente attraverso la collaborazione con la struttura di Sicurezza del paziente, diretta da Tommaso Bellandi.

In questa fase avanzata, l’attenzione si concentra sulla comunicazione del rischio, indispensabile per sostenere una scelta terapeutica consapevole da parte della persona assistita e sulla comunicazione trasparente in caso di evento avverso.

Sergio Ardis, direttore dell’unità operativa Relazioni con il Pubblico, Partecipazione e Accoglienza e responsabile scientifico del corso ha espresso viva soddisfazione per la pubblicazione dello studio: “Questo riconoscimento scientifico - commenta Ardis - valorizza il lavoro di tutto il gruppo dei docenti, conferma la bontà del modello adottato e incoraggia a proseguire nell’estensione di questa formazione di base a un numero sempre maggiore di professionisti sanitari, consapevoli che una comunicazione empatica è il primo passo per una cura centrata davvero sulla persona”.