REDAZIONE LUCCA

Cicli Bendini, ottanta anni di storia

Era il 1942 quando Alfredo Capovani avviò l’attività nella cantina di casa: ha servito gli Agnelli e il re in esilio

Nella cantina di casa iniziò un percorso di bici e passione. Era il 1942 e Alfredo Capovani mai avrebbe pensato che, arrangiandosi tra arnesi e sellini, avrebbe dato vita ad un’attività così longeva da attraversare tre generazioni, tagliare il traguardo degli 80 anni ed essere incoronata tra le attività storiche italiane. Bici Bendini nasce proprio da un ingegno, spesso messo a disposizione gratuitamente per lo spirito solidaristico che c’era tra compaesani. Capovani, classe 1911, a 12 anni entrò nella bottega di bici di Pietro Galleni che gli fece conoscere Umberto Dei, fondatore della storica ditta di due ruote, oggi del gruppo Atala. Fu lui ad ingaggiarlo come meccanico nella sua squadra al Tour de France nel ruolo di gregario del ciclista massese Bendini; e Capovani, mostrandosi rapidissimo a cambiare alla perfezione una ruota in tre minuti, fu oggetto di una battuta di Dei, che gli rimase incollata addosso: "Sei più veloce di Bendini". E da quel momento, per tutti, la sua famiglia è rimasta quella ’dei Bendini’, ormai un’istituzione in Vaiana. Nel 1942 Alfredo avviò un punto riparazioni nella cantina di casa in via Martiri della Sassaia, poi l’apertura nel 1945 della bottega dove si trova la pasticceria da Angelo e, nel 1957, grazie all’aiuto del cavalier Tognetti, lo spostamento nel fondo attuale.

Gli aneddoti di una storia tra pedali e personaggi si sprecano. Alfredo Capovani veniva chiamato come meccanico alla tenuta reale di San Rossore ed è stato riferimento di Casa Savoia: addirittura era lui ad andare a Cascais in Portogallo per presentare al re Umberto II in esilio i nuovi prototipi di bici. Dalla bottega in Vaiana poi sono passati gli Agnelli, i Caprotti, i Frescobaldi, la famiglia Gallo dei filati (che chiese una bici azzurro cielo per alternarla alla Ferrari rossa), le ex glorie del calcio Enrico Chiesa e Demetrio Albertini, il politico Altero Matteoli (che acquistò uno dei 5 esemplari al mondo di Dei Portofino in titanio e oro), Zucchero qui scelse una Graziella su misura e il Premio Nobel Rita Levi Montalcini nel 1996 una Dei Giubileo e Armani una speciale Atala con maxi portapacchi da panettiere.

Nel 1979 l’attività stata rilevata dal figlio Roberto, 80 anni, ancora al timone dei cicli Bendini assieme al nipote Franco di 46 anni. "Il negozio è rimasto come allora – sottolinea Franco Capovani – lo stesso pavimento, lo stesso bancone, proprio in omaggio al nonno. Rifuggiamo social e pubblicità, proprio perchè siamo ancorati all’artigianalità e amiamo quel sapore della bottega di un tempo. Siamo il negozio della Dei più antico d’Italia e uno dei pochi passati di padre in figlio". Cicli Bendini ha anche inventato esemplari oggetti di culto: nel 2004, per i 90 anni del Comune, fu commissionata la creazione di 10 bici da esporre. Vendute a tempo record per quel color coloniale che fece impazzire la clientela.

Come speciale regalo per gli 80 anni, da Cicli Bendini è arrivata la lettera di elogio direttamente da Montecitorio, a firma dell’onorevole Umberto Buratti. "Sono cresciuto in una bottega, la sartoria di mia mamma Liliana – racconta – pertanto conosco bene l’impegno e la fatica del vostro lavoro quotidiano. Passione e creatività, tratti distintivi della attività artigiana si ritrovano nella vostra bottega assieme alla gentilezza. Come amministrazione comunale si decise di condividere con voi il ricordo di nonno Alfredo nello spazio verde che è la porta di ingresso a Forte dei Marmi, per renderlo anche luogo del ricordo per chi, come noi, ha servito la patria nel glorioso corpo degli Alpini".

Francesca Navari