
Celebrazione ecumenica della Parola. Le chiese cristiane ritrovano l’unità
C’erano oltre duecento persone ieri pomeriggio nella chiesa cattedrale di San Martino alla celebrazione ecumenica della Parola con i rappresentanti nazionali delle Chiese Cristiane che sono in Italia. Una buona partecipazione per un appuntamento che cade in una stagione non particolarmente propizia. D’altra parte il periodo scelto da molti anni è quello che va dal 18 al 25 gennaio perché comprende la festa della cattedra di san Pietro e quella della conversione di san Paolo; assumendo così un significato simbolico.
Ad accogliere gli ospiti è stato l’arcivescovo di Lucca, Paolo Giulietti, che aprendo la celebrazione ha detto: "Sono onorato di dare il benvenuto ai rappresentanti delle Chiese cristiane che sono in Italia e sono particolarmente felice di dare il benvenuto ai rappresentanti delle organizzazioni giovanili che portano qui un segno di speranza per il cammino futuro delle nostre comunità in direzione dell’unità. Nel dare il benvenuto in questa antica e bella cattedrale custode del più antico crocifisso d’Europa, il Volto Santo, voglio servirmi di un testo di monsignor Giuliano Agresti che 50 anni fa faceva qui il suo ingresso e portava a Lucca la sua grande passione per l’unità dei discepoli di Cristo. Sono di fatto le sue ultime parole alla Diocesi poiché morirà poco dopo".
Monsignor Giulietti ha ricordato così le parole di Agresti: "La divisione dei cristiani è peccato e scandalo del mondo. L’ecumenismo è necessità della vita ecclesiale perché bisogna riconquistare l’unità perduta tra i cristiani e bisogna testimoniare l’unità possibile con il mondo intero. E l’unità non è una tesi o un manifesto ma è una vita, un modo di vivere. Il nostro convenire di stasera allora ha carattere penitenziale a causa dell’incompletezza della nostra comunione ha però anche una dimensione gioiosa perché nonostante le differenze ci incontriamo nella stima reciproca e nell’affetto vicendevole e ci rivolgiamo insieme al Padre come suoi veri figli. Il Signore ci conceda stasera di sentire nei nostri cuori contrizione e letizia. Non solo contrizione poiché accanto al nostro peccato risplendono i doni di Dio, il comune battesimo che ci introduce nella salvezza, la misericordia che soccorre le fragilità di ciascuno, l’anelito di figliolanza e di fraternità seminato in noi dallo Spirito. Non solo letizia perché la divisione impedisce sempre la pienezza della gioia. La divisione tra i cristiani come anche le tante divisioni che agitano l’umanità e la insanguinano con i numerosi conflitti di questi nostri giorni. E tuttavia ci incontriamo e preghiamo insieme. Noi divisi ci rivolgiamo insieme a Dio da fratelli, per chiedere il dono della pace nella preghiera che il mondo possa accogliere questa imperfetta ma preziosa testimonianza perché ogni genere di difficoltà possa essere fronteggiato senza dimenticarsi di essere prima di tutto sempre e comunque fratelli".
Dopo le prime preghiere è stato letto un brano del vangelo di Luca tratto dalla Bibbia interconfessionale. Il brano scelto è stato la parabola del buon samaritano che mette in risalto la misericordia e la compassione. Subito dopo gli otto rappresentanti delle Chiese Cristiane lo hanno commentato nelle loro omelie o sermoni.