Cava Fornace, il futuro preoccupa i comitati

A Strettoia temono che il sito verrà riempito fino a 98 metri. L’assessore Gliori: "Lavoriamo. per la chiusura definitiva"

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San Tommaso conferma di essere il patrono dei comitati in lotta per la chiusura di Cava Fornace. Cittadini che finché non vedono, non credono. Nemmeno all’assessore regionale all’ambiente Monia Monni, che nel recente video-incontro promosso dal capogruppo Pd Nicola Conti ha confermato lo stop dei conferimenti a quota 43 metri, dopo di che tutto dipenderà dai pareri espressi in sede di Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur), quando i gestori del sito chiederanno di proseguire fino a quota 98 metri. "Ringraziamo Conti per essere riuscito a farci incontrare con Monni – scrive il Comitato Strettoia – ma non siamo contenti. E’ rimasta l’amara sensazione che si cercherà comunque il modo di far andare avanti la discarica anche ammettendo le anomalie presenti e le mancanze. Il Paur farà ordine e chiarezza? Ci faranno esporre le nostre motivazioni con un’inchiesta pubblica? E’ sembrato che chi amministra lo faccia non conoscendo gli argomenti e il territorio. Come si fa a ragionare della discarica se poi si ammette che la Regione non è neanche in possesso del progetto iniziale perché custodito in chissà quale nicchia della Provincia? Come si può conciliare la discarica con le rupi di Porta e il vicino Lago di Porta, con le sorgenti che lo alimentano sgorgando da sotto la discarica, e allo stesso tempo portare avanti un ambizioso progetto ’Lago di Porta’ dove quattro comuni s’impegnano per richiedere finanziamenti pubblici per la bonifica, la tutela e lo sviluppo di tutta la zona?".

Sempre in tema di Paur, l’assessore all’ambiente Tatiana Gliori raccoglie l’invito di Conti e ribadisce di lavorare per la stessa causa: "Ci stiamo muovendo per produrre un parere negativo al Paur nelle sedi opportune. Alla Regione abbiamo inviato un rapporto anche su Falascaia e le ex miniere di Valdicastello".

d.m.