LAURA SARTINI
Cronaca

Casa circondariale, è caos. Troppi gli agenti aggrediti: "È come essere in guerra"

Lo sgomento del vice segretario Regionale OSAPP, Antonio Chianese .

Lo sgomento del vice segretario Regionale OSAPP, Antonio Chianese .

Lo sgomento del vice segretario Regionale OSAPP, Antonio Chianese .

Ennesimi episodi violenti nella Casa Circondariale di Lucca. Lo rende noto il Vice segretario Regionale OSAPP, Antonio Chianese. "A causa della presenza di numerosi detenuti con alle spalle considerevoli atti di aggressione rivolti verso il personale di Polizia Penitenziaria, si sono verificati nelle scorse settimane molteplici episodi di sopraffazione, talvolta sfociati in violenza in danno dei baschi blu - racconta - Già nei giorni scorsi, un poliziotto è stato accerchiato da quattro detenuti nordafricani che lo hanno spinto verso l’angolo del reparto detentivo con l’intenzione di assalirlo".

"L’ideazione è stata sventata solo grazie al provvidenziale arrivo dei rinforzi che hanno disperso il sodalizio. A ciò ha fatto seguito un’altra mancata aggressione con il tentativo di gettare una macchinetta del caffè verso un agente. Anche in questo caso, soltanto il tempestivo intervento dei colleghi accorsi ha permesso di evitare che si giungesse a un esito drammatico. Ancora più gravi però sono gli episodi in cui detenuti sono riusciti a portare a compimento i loro propositi".

"In particolare - commenta - il ferimento di un agente intervenuto per salvaguardare i beni dell’amministrazione da un detenuto dato in escandescenza che, avendo perso il controllo, stava rappresentando un serio pericolo per l’ordine dell’istituto. Quest’ultimo lo ha aggredito causandone l’accesso al Pronto soccorso. Tale evento fa seguito ad un’altra aggressione degli scorsi giorni in danno ad un altro agente che, in sezione, è stato ghermito per il colletto da un detenuto che lo ha trascinato verso le sbarre della propria camera di pernottamento".

"La drammatica situazione, che fa apparire la Casa Circondariale lucchese come un vero e proprio teatro di guerra, è frutto - conclude - di una scellerata assegnazione di detenuti estremamente pericolosi che traggono forza dall’elevato numero di ristretti, ben superiore alla capienza effettiva dell’istituto, e da un diffuso senso di impunità per il mancato allontanamento conseguente alle loro condotte etero aggressive".