PAOLO CERAGIOLI
Cronaca

Simple Minds, che show. Un tuffo negli anni ’80 che infiamma la piazza

La band di Jim Kerr accende gli oltre ottomila fan con i suoi grandi successi. Ultimi due concerti: domani sera Morrissey e domenica Bryan Adams.

Lo spettacolare show dei Simple Minds (foto Alcide). ; in alto la vignetta di Sesti

Lo spettacolare show dei Simple Minds (foto Alcide). ; in alto la vignetta di Sesti

Non è un caso. Oltre ottomila fan, ieri sera, in piazza Napoleone, per il concerto dei Simple Minds, sono la conferma che quando si tratta di musica degli anni ’80 e ’90 il pubblico risponde in massa. E di quella stagione musicale che univa il rock all’elettronica, strizzando l’occhio al pop e, in parte, anche alla dance, la band britannica fondata da Jim Kerr è stata forse la più popolare, con numeri di vendita di dischi e di concerti altissimi in tutto il mondo. Lo stesso Kerr si impose subito come personaggio in grado di rivaleggiare con i più pop Simon Le Bon dei Duran Duran e Tony Hadley degli Spandau Ballet come frontman più carismatico del momento.

Forse però non tutti sanno che oggi Kerr è “italiano“. Nativo di Glasgow, Jim scoprì l’Italia da ragazzino, grazie a una gita scolastica a Rimini e nel 1983, durante una vacanza in Sicilia, iniziò a pensare che forse un giorno gli sarebbe piaciuto vivere lì. E lo ha fatto, diventando addirittura cittadino italiano dopo il lockdown, anche per reazione alla Brexit. Insomma, è diventato uno di noi. Infatti dal palco arrivano anche parole in italiano molto gradite dalla platea, nonostante i tantissimi stranieri presenti.

Lo show ferma davvero il tempo, riproponendo esattamente “quel“ suono: si parte con il rock deciso di “Waterfront“, ma subito dopo “Once upon a time“, title track dell’album più celebre e più venduto della band, uscito esattamente trent’anni fa, riporta “a casa“ Simple Minds. Dallo stesso disco arrivano anche “Oh Jungleland“ e “Let there be love“, che scatena i primi cori “a una sola voce“ del fan. Più avanti il rock di “Ghost dancing“ innesca l’assolo dell’applauditissima batterista Cherisse Osei.

Il set si chiude con la hit delle hit “Don’t you (forget about me)“ ed è il delirio generale liberatorio. Che si ripete però per l’altrettanto attesissima “Alive and kicking“, che manda tutti a casa, sudati e contenti, dopo un’ora e mezza di nostalgico tuffo nel passato. Insomma, gli anni Ottanta/Novanta hanno colpito ancora.

Stasera, intanto, il Summer si prende un giorno di pausa prima degli ultimi due concerti del cartellone: quelli di Morrissey, domani alle ore 21 e di Bryan Adams, domenica alle ore 21.30, sempre in piazza Napoleone. L’atteso debutto al festival dell’ex-cantante degli Smiths, che presenterà una scaletta incentrata sulla sua produzione solista, più tre/quattro brani della sua vecchia band, ha portato con sè anche la curiosità del suo diktat contro la vendita di ogni tipo di carne in tutta l’area concerto. Non certo una novità per chi ben conosce l’artista britannico, da sempre animalista socialmente e pubblicamente impegnato e, di conseguenza, vegano convinto.

L’ultimo atto del Summer vedrà invece in scena Bryan Adams, che torna a Lucca dopo la sua prima esibizione del 2013. Per lo spettacolo del cantautore canadese sono attese più di diecimila persone, nell’allestimento della piazza senza posti a sedere. Sarà dunque una festa rock a chiudere un’edizione indimenticabile del festival.