REDAZIONE LUCCA

Caparezza infiamma i diecimila in piazza

Uno spettacolo carico di ritmo, energia e divertimento: tutti a ballare "Adoro essere a Lucca, la città del fumetto". I primi fan in centro fin dal mattino

L’attesa per i primi fan di Caparezza è iniziata di buon mattino nell’area concerto. L’avanguardia dei diecimila spettatori previsti e poi confermati del terzo appuntamento del Summer Festival 2022 è stata quella dei più giovani, incuranti di sole e caldo torrido e provenienti da tutta Italia. Premiati, intorno alle 17.15, da “Contronatura“, che Caparezza ha provato davanti a un centinaio di persone. Lui, intanto, da giovedì era in città, fotografato alla “Buca“ e a “Sky Stone & Songs“, come testimoniato in questa stessa pagina, con l’amico disegnatore lucchese Simone Bianchi.

Tutti in piedi, come prima del Covid e tutti insieme, per la prima volta, dopo tre anni, con una voglia di stare insieme e divertirsi, cantare, saltare, ballare, sudare e abbracciarsi sotto il palco. E tutto scatta, d’incanto, alle 21.30 all’arrivo sul palco di Caparezza, che con “Canthology“ ripercorre idealmente tutto il suo ventennale cammino musicale. Nessuno tra i suoi fan poteva e può permettersi di mancare a questo “Exuvia Tour“. "Sono contento di essere qui a Lucca, la città del fumetto, la mia passione!", ha detto Caparezza salutando il pubblico.

Uno spettacolo davvero elettrizzante e sorprendente. Da sempre molto attento alla costruzione e alla realizzazione dei suoi set, l’artista pugliese stavolta si è superato. A parte lo schermo sullo sfondo con immagini a commento dei vari brani, le scenografie fisse (che richiamano la selva di “Exuvia“) e mobili, le luci, le coreografie, ecco le decine e decine di oggetti di cartapesta firmati dal maestro Deni Bianco, dal carnevale di Putignano, che accompagnano o vengono indossati da Caparezza e dai figuranti e ballerini, con il top dell’atmosfera da “Alice in Wonderland“ di “Il mondo dopo Lewis Carroll“.

Suonato quasi per intero “Exuvia“, anche “Prisoner 709“ e “Museica“ hanno spazio, così come i classici “Abiura di me“, “Vieni a ballare in puglia“ e “Fuori dal tunnel“. Tra una lezione di pittura (“Mica Van Gogh“) e una rappresentazione minimale (“Vengo dalla luna“) di “Orlando Furioso“, volano via due ore di grande spettacolo, intelligente, colto e dannatamente divertente. Scusate se è poco.

Paolo Ceragioli