Cancelli chiusi alla scuola Braccini

Niente prima campanella a Vagli, rifiutata la richiesta di proroga. Studenti piccolissimi e già pendolari

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La porta di entrata con affissa l’allegra e colorata scritta "Benvenuti", oggi suona come una beffa e stride in modo inequivocabile con i cancelli chiusi definitivamente dell’edificio scolastico che fino alla scorso anno accoglieva i bambini della scuola primaria e dell’infanzia "Ivo Braccini" del comune di Vagli Sotto. "Questa scritta di benvenuto per il nuovo anno scolastico rappresenta il segnale più evidente di come avessimo creduto fino all’ultimo minuto a un ripensamento, dopo la proroga richiesta, anche per questo solo anno - spiega molto amareggiata l’assessore alla Scuola e vicesindaco Mirna Pellinacci -. Avevamo sei bimbi che avrebbero dovuto concludere il ciclo della Primaria e per loro, perché potessero frequentare la quinta elementare nel loro ambito e proseguire insieme il percorso didattico intrapreso, le abbiamo tentate davvero tutte, ma ci siamo dovuti arrendere e ammettere la sconfitta. A vincere sono stati i numeri, non le persone e le comunità, né tantomeno la volontà di dare pari opportunità di servizi nelle aree montane. La consideriamo una dolorosa e generale disfatta".

L’edificio scolastico, moderno e sicuro dal punto di vista strutturale, dotato di ogni comfort, compresa una mensa con la cuoca in loco, e con accesso ai dispositivi elettronici, è stata da pochi anni anche dotata di un ascensore per disabili e fa parte dell’Istituto Comprensivo di Castelnuovo di Garfagnana, dopo essere passato per un periodo a quello di Camporgiano, anch’esso oggi assorbito. I giovanissimi studenti di Vagli frequenteranno quindi le scuole a Camporgiano, che si trovano a una distanza di meno di mezz’ora, ma non è solo questo il problema, bensì conta il messaggio che si trasmette alle giovani generazioni dei piccoli borghi montani, sottolinea l’amministrazione del comune di Vagli Sotto.

"Da oggi abbiamo i più piccoli pendolari delle nostre zone, costretti a lasciare il loro paese per riuscire a esercitare semplicemente uno dei loro diritti primari, quello dell’istruzione - conclude Mirna Pellinacci -. Se è vero che lo spopolamento rappresenta una delle maggiori criticità dei borghi montani, allora non dovrebbero mai prevalere i fattori numerici, ma quelli umani".

Fiorella Corti