
La FTOM, Federazione Toscana degli Ordini dei Medici, lancia un appello per dire basta alle violenze contro il personale sanitario. In alto il vicepresidente Quiriconi
"Basta episodi di violenza sui sanitari": a ribadirlo è la FTOM, Federazione Toscana degli Ordini dei Medici, tramite il vice presidente Umberto Quiriconi, che ricorda la drammatica vicenda della dottoressa Barbara Capovani, psichiatra morta nell’aprile del 2023 a Pisa per mano di un paziente psichiatrico. Nel frattempo, l’escalation non si è certo fermata: l’81 per cento dei sanitari, secondo i dati del marzo scorso, ha subito aggressioni fisiche o verbali.
"Dati davvero allarmanti – si legge nella nota – destinati purtroppo ad aumentare. Basta leggere le cronache di questi giorni per rendersene conto". Una prima risposta legislativa è arrivata: il 4 aprile di quest’anno è entrato in vigore il Decreto legislativo che modifica il Codice penale in tema di procedibilità d’ufficio per il reato di lesioni personali e danneggiamento: sarà dunque possibile procedere d’ufficio anche nel caso di lesioni personali ai professionisti sanitari, indipendentemente dalla gravità della lesione, lieve, grave o gravissima".
Un passo importante, secondo la FTOM, ma si deve fare ancora di più perché i medici, gli infermieri e tutti gli operatori sociosanitari siano tutelati e non siano visti come nemici da aggredire. "Sono professionisti – prosegue la nota – che si prendono cura della salute dei cittadini. La prevenzione contro la violenza richiede uno sforzo continuo a tutti i livelli. Per questo motivo, come FTOM abbiamo chiesto un incontro urgente con l’assessore alla salute della Regione Toscana Simone Bezzini per poter insieme individuare strategie e fare un lavoro di squadra costruttivo".
La FTOM ribadisce l’importanza di sensibilizzare il personale a segnalare prontamente le aggressioni. Ma serve anche formare gli operatori per gestire le situazioni a rischio, mettere a disposizione dispositivi di allarme individuali, organizzare corsi di autodifesa, snellire le procedure burocratico amministrativo-giudiziarie. "Bisognerà assumere personale sanitario e sociosanitario in numero adeguato alle reali esigenze – conclude la nota – adottare le necessarie misure di sicurezza (idonea illuminazione, telecamere di sorveglianza, personale di vigilanza, identificazione dei visitatori e quant’altro), affrontare in modo deciso il problema dell’accoglienza e del follow-up dei pazienti sul territorio".