Vivo da sempre a Pisa e qui ho potuto conoscere tanti anni fa il grande Gino Bartali uomo leale, sincero, alla mano ma soprattutto grandissimo atleta. Tempo fa in una cena conviviale ci parlò dell’ultimo Tour de France vinto nel ’48, del disprezzo dei francesi verso gli italiani, delle continue offese in gara strillate ai quattro venti fra le quali primeggiava “badogliate” cioè uomo poco affidabile riferendosi al voltafaccia nel ’43 del generale Badoglio. Ma Bartali filava dritto come un treno e la sua vittoria del ’48 fu immensa servendo soprattutto a stemperare gli animi degli italiani dopo l’attentato a Palmiro Togliatti del 14 luglio; da dietologo curioso chiesi al campione qualcosa sulla sua alimentazione in gara, di eventuali tabelle caloriche,dei cibi preferiti. E qui il buon Gino allargò le braccia e con un gran sorriso mi rispose: caro dottorino mangiavamo quel che passava il convento; soprattutto pane e olio, mele, uova e qualche galletto reperito in una Francia distrutta dalla guerra. Nonostante questo aveva un fisico robusto e potente da bronzo di Riace.
Passano gli anni e tempo fa in un ristorantino ho come vicini di tavolo un gruppo di ciclisti; giovani, brillanti, parlano delle loro
gare, ma come dietologo mi incuriosiscono soprattutto le loro portate: una enorme bistecca, formaggio, verdure; niente pasta né risotto, né dolci, in sintesi nessun carboidrato. La loro cena finisce presto e quando si alzano da tavola rimango strabiliato; altissimi e magri come cicogne; su uno e ottanta di altezza avranno pesato sì e no 60 kg; con un fiammifero dietro il torace si poteva fare una radiografia.
Ma non ci meravigliamo; nel moderno ciclismo il peso sia della bici che dell’atleta deve essere davvero minimale e quindi ecco che la massa grassa di questi atleti spesso è del 7% contro un fisiologico 20%. Questo si ottiene soprattutto con una dieta iperproteica e quindi quintali di carne, pesce, latticini. Carboidrati pochi. Cosa che non mi trova d’accordo. E come “spinta” naturale cosa possiamo dare?
E’ recente uno studio della Universita’ di Exeter secondo il quale assumere prima della gara un centrifugato di barbe rosse permette ai ciclisti di viaggiare come schegge.
La cosa non ci meraviglia vista la ricchezza di questo ortaggio in nitrati, pura benzina che, secondo questo studio, porta un miglioramento delle performance pari al 2,5%; un abisso.