È la serie del momento. Anche se (quasi) nessuno l’ha vista. Stiamo parlando di “Avetrana - Qui non è Hollywood” che avrebbe dovuto debuttare su Disney+ domani e che invece è stata bloccata dal Tribunale di Taranto, cui si è rivolto il sindaco di Avetrana per tutelare il suo comune. Alla base dell’intera serie, presentata con grande successo la settimana scorsa alla Festa del Cinema di Roma, c’è il libro scritto da Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni “Sarah - La ragazza di Avetrana” pubblicato da Fandango, che accompagna il lettore nei meandri della nota vicenda di cronaca nera che ruota intorno alla scomparsa il 26 agosto 2010 della quindicenne Sarah Scazzi e al ritrovamento del suo cadavere, per mano dello zio Michele Misseri, 42 giorni dopo. I due autori - che hanno firmato anche il soggetto e le puntate della serie - hanno scelto la nostra città per vivere, dove hanno anche creato il noto Festival “Lucca in Mente”, che l’anno scorso ha registrato un record di presenze.
“La storia di Sarah Scazzi è molte storie – spiegano Piccinni e Gazzanni – . È la storia di una quindicenne che esce di casa per andare al mare con sua cugina, e non vi farà più ritorno. È la storia di una ricerca che catalizza l’attenzione di tutta Italia per 42 giorni. Ma è anche la storia di come i media hanno trasformato in un set a cielo aperto un paese fino a quel momento anonimo. Di come le notizie si possono creare, e sono state create, per alimentare uno show dell’orrore senza precedenti che va in scena a reti unificate“. La sigla della serie è firmata da Marracash e si intitola, non a caso, “La Banalità Del Male”. “La frequentazione del male, che spesso scade nella morbosità fine a se stessa e nel puro voyeurismo, è una delle grandi ossessioni dei nostri tempi violenti, aggressivi ed estremi. Per noi la storia di Sarah Scazzi non è un esercizio dello stile true crime, ma è la nostra ossessione per un caso che non crediamo - alla luce della lettura di tutti i documenti, migliaia e migliaia di pagine - e alla frequentazione dei diretti interessati, realmente risolto “oltre ogni ragionevole dubbio” come la legge prescrive“.
Il cortocircuito c’è. “Tanti buchi neri e errori che hanno caratterizzato indagini e processo, così come già documentato nostro libro. A questo si aggiunga che per la prima volta nella storia del nostro Paese ci troviamo di fronte a un uomo giudicato innocente dalla legge che si dichiara colpevole di omicidio, e due donne condannate all’ergastolo che non hanno smesso di battersi perché siano riconosciute non solo innocenti, ma del tutto estranee ai fatti“.
Laura Sartini