Ansia e depressione nei bambini Boom Lucca, tra le prime in Toscana

L’indagine condotta dall’ordine degli psicologi regionale vede la provincia in testa per nuove richieste

di Maurizio Guccione

Crescono l’ansia e la depressione tra i banchi di scuola. Il Covid ha letteralmente inferto un colpo ai nostri ragazzi che oggi, nonostante la pandemia non rappresenti in modo ossessivo una minaccia, li ha comunque minati nell’intimo. L’allarme arriva dall’Ordine regionale toscano degli psicologi attraverso una sorta di consuntivo al termine dell’anno scolastico. "La fine della scuola – dichiara la presidente degli psicologi Maria Antonietta Gulino – è utile per tracciare un bilancio; il disagio giovanile che nasce tra i banchi di

scuola ci dice che ansia e mood depressivi sono dietro l’amgolo e si presentano con cadenze accentuate rispetto all’anno precedente". La nostra provincia, stando agli ultimi dati del 2022 (il primo semestre di quest’anno è in corso di elaborazione), non rimmane immune da quanto evidenziato dall’ordine degli psicologi.

L’indagine si basa su un questionario compilato da 1099 psicologhe e psicologi iscritti all’Ordine della Toscana e che svolgono attività clinica in tutte le province del territorio. A Lucca sono stati intervistati 88 iscritti, e la provincia sale purtroppo sul podio per l’aumento dei comportamenti a rischio, come il ricorso a droghe e gioco d’azzardo o quello eccessivo all’alcool e al fumo. "Una tendenza che si rivela particolarmente in crescita in tutta la costa toscana – rileva l’ordine degli psicologi – e vede Lucca al primo posto con il 70% di segnalazioni da parte dei professionisti.

Nell’intera area nord ovest, per esempio, la pandemia ha prodotto un forte aumento delle richieste per i bambini che risulta essere stato segnalato dal 71% dei professionisti che lavorano in questa zona". Insomma, il disagio tra giovani e giovanissimi è sotto gli occhi di tutti, con la lucchesia che fa sentire tutto il suo carico di problematiche. In questo quadro complesso, la scuola riveste una posizione assai delicata. Ancora la presidente Golino: "L’ansia da prestazione scolastica – afferma la professionista – unita a quella per il proprio futuro, genera nei più giovani uno stress continuativo; la nostra società punta tutto sul risultato, dimenticandosi troppo spesso del dialogo: dobbiamo trasmettere agli adolescenti gli strumenti per comprendere che da un fallimento, come un brutto voto o una bocciatura, si possono trarre lezioni costruttive per il futuro". Per questo, ribadisce la dottoressa Gulino, "muoversi in chiave preventiva per arginare il fenomeno resta fondamentale".

L’ansia e le molteplici emozioni di un giovane, secondo la responsabile degli psicologi della Toscana, "possono definirsi sane sotto una certa soglia d’attenzione: dobbiamo porle al centro di un percorso di ascolto e crescita; per questo – conclude – l’auspicio è che la figura dello psicologo scolastico diventi componente strutturale nei nostri istituti, perché accompagna adolescenti, genitori e insegnanti in questo viaggio fatto di interiorità e relazioni con gli altri, dalla scuola alla famiglia, dagli amici allo sport". Allora non resta, per i nostri giovani, che tirare un sospiro di sollievo:

non solo perché la scuola è finita dopo lunghi mesi di impegni, ma soprattutto per riappropriarsi di ritmi meno frenetici, dove la socialità, lo sport e anche il dolce far niente, possano di nuovo essere apprezzati per quello che valgono.