Addio a Cesare Cipollini Il mondo delle due ruote piange l’ex ciclista

Padre della giovane promessa Edoardo, ha accusato un malore in vacanza . Il ricordo del fratello Mario: "Ero il tuo primo fan, adesso fai buon viaggio".

Addio a Cesare Cipollini  Il mondo delle due ruote  piange l’ex ciclista

Addio a Cesare Cipollini Il mondo delle due ruote piange l’ex ciclista

Aveva un talento eccezionale Cesare Cipollini e ha raccolto meno di quanto meritasse. Sembrava aver superato la salita più impervia, il trapianto di cuore a Bologna, alla clinica Sant’Orsola nel febbraio del 2019 per una patologia cardiaca grave. Tra l’altro, nell’ospedale felsineo, tutto andò per il meglio, operato da uno dei cardiochirurghi più affermati, Sofia Martin Suarez e il donatore, fu un giovane ciclista.

Ma il destino era di nuovo dietro l’angolo. Lutto nel mondo del ciclismo, quello lucchese in particolare, per la scomparsa di Cesare Cipollini, 64 anni, fratello maggiore di Mario, Re Leone (vincitore di un Mondiale, classiche e 42 tappe al Giro d’Italia) e padre di Edoardo, promettentissimo campioncino che nelle categorie giovanili si è imposto all’attenzione: proprio domenica scorsa, infatti, ha vinto il Giro del Veneto juniores. Nei giorni scorsi Cesare si trovava in vacanza sul litorale tirrenico quando ha accusato un malore. Soccorso, i medici hanno provato a salvarlo. Ieri la notizia della morte, all’ospedale di Livorno che è precipitata come un macigno sulla città e su coloro che lo conoscevano. Mario Cipollini lo ricorda sui suoi profili social: "Mio fratello Cesare se n’è andato. La mia è stata un’infanzia da fan nei suoi confronti, dei viaggi per seguirlo nelle gare, ad osservarlo in ogni momento. Ho ancora i ricordi di quando preparava la sua bici o quando preparava la valigia per andare al Giro d’Italia. E lo vedevo come un supereroe. Fai buon viaggio

Cesare, riposa in pace". "Fatico davvero solo a pensare che Cesare non ci sia più - ci racconta un commosso Ivano Fanini al telefono - era una persona buona, generosa. Ha corso anche per me, un paio di anni e lo ricordo con piacere, tecnicamente molto forte, ha senza dubbio avuto minori soddisfazioni nella sua carriera di quanto quest’ultima facesse intuire. Ma era grande anche sotto il profilo umano".

Cordoglio è stato espresso a livello nazionale da parte di tutto l’ambiente delle due ruote. Era un campione e chi se ne importa se nell’albo d’oro figura solo una vittoria da professionista, il Giro dell’Emilia del 1983. Professionista dal 1978, ha dato spettacolo. Ebbe molto successo soprattutto da dilettante vincendo otto corse al primo e unico anno in cui corse senza compagni di squadra nella Fracor. Lascia la compagna Monica, i fratelli Mario e Tiziana e i figli Francesco, Edoardo e Cecilia. Ma soprattutto lascia un vuoto notevole per il ciclismo. Alla famiglia, le condoglianze da parte de La Nazione.

Massimo Stefanini