Omicidio D'Aprile, il figlio: "Mi puntò la pistola e poi sparò a mio padre"

Il figlio di Vincenzo D’Aprile ricostruisce l’agguato di Francesco Ruggiero. "Papà si era riavvicinato alla mamma ed era contento"

A sinistra l'omicida, Francesco Ruggiero. A destra la vittima, Vincenzo D'Aprile

A sinistra l'omicida, Francesco Ruggiero. A destra la vittima, Vincenzo D'Aprile

La Spezia, 17 giugno 2020 - Doveva essere un incontro sulla via della ricomposizione con la mamma, è stata una tragedia, che gli ha strappato l’affetto più caro, quello del papà, ucciso dal rivale.

"Avremmo dovuto stare tutti insieme pranzo. Lui era contento.." lo ha spiegato ieri Gregorio D’Aprile alla Corte di assise nella ripresa del processo a Francesco Ruggiero, il sottufficiale dell’Aeronautica, imputato di omicidio volontario premeditato per aver ammazzato a colpi di pistola - l’11 marzo 2019, in piazzale Ferro - il ristoratore di Cadimare, tendendogli l’agguato con l’auto presa a noleggio.

Il collegio difensivo dell'imputato
Il collegio difensivo dell'imputato

Gregorio ha ricostruito la dinamica: "Ero seduto sul seggiolino lato-passeggero della jeep di mio padre. Lui era sceso per andare incontro a mia madre e prendere i suoi bagagli. Prima ho avvertito una forte botta alla geep. Ho poi udito due colpi di pistola. Sono sceso. L’auto di Ruggiero era aderente alla geep. Ho fatto il giro largo. Ma cosa hai fatto? ho urlato a Ruggiero. Lui aveva un piede sull’asfalto e l’altro nell’auto. Mi ha puntato addosso la pistola. Io mi sono buttato a terra. Subito dopo ha esploso due colpi dall’alto verso il basso...".

A terra c’era D’Aprile. Il primo soccorso è giunto alla moglie ritrovata, Nicoletta Novelli. Gli ha praticato la respirazione bocca a bocca. Ha solo avvertito i suoi ultimi respiri.

«Ruggiero ha fatto marcia indietro ed è scappato" ha ricordato Gregorio. Al figlio di D’Aprile è toccato anche ricostruire i rapporti fra i genitori. "Prima di separarsi, litigavano spesso, ma nessuna percossa" è stato il filo conduttore delle risposte.

L’avvocato difensore Maria Concetta Gugliotta gli ha rappresentato lo scenario desunto da pregressi sms della mamma recuperati dal cellulare sequestrato, dai quali scaturisce il ritratto di un marito violento, aggressivo: la donna scriveva di coltellate e pugni alla porta, delle minacce di morte subite. Lui fermo: "Non è vero; basta guardare le porte che sono intatte. Mia madre per giustificarsi gettava cattiveria...".

Anche la figlia Nicol ha parlato del rapporto "burrascoso" dei genitori e dei suoi richiami ad entrambi alla decisione di tornare insieme: "Metteteci la testa...". Episodi violenti? "Solo un telecomando scagliato...".

Fra le telefonate riaffiorate e oggetto di analisi in aula, sull’onda delle trascrizioni effettuate dalle difesa, ce ne è una cardine, fra Nicoletta Novelli e il fratello, risalente al giorno del delitto. Lei parlava dal pronto soccorso: " E’ successo un casino.. .". Prima di spiegargli l’accaduto, gli chiede, riferendosi ad un trasloco: "Hai portato la roba?". Solo dopo ricostruisce i fatti: " Fra mi è venuto dietro o è venuto dietro a Enzo e...ha sparato. Lui sapeva tutto quello che mi aveva fatto: io mi sono confidata purtroppo, non pensavo certo una cosa del genere. Probabilmente glielo aveva promesso Enzo. Io gli avevo detto di stare alla larga... " . Il fratello in aula "Non sapevo nulla di quella storia.."

Corrado Ricci