
Il penitenziario della Spezia
Scoppia una colluttazione tra due detenuti, e ad avere la peggio sono gli agenti intervenuti per sedarla. Accade a Villa Andreino, dove uno tre tre poliziotti intervenuti, a seguito delle contusioni è stato costretto a ricorrere alle cure del pronto soccorso del Sant’Andrea: per lui cinque giorni di prognosi. A denunciare l’episodio è il segretario regionale di Uilpa Polizia penitenziaria, Fabio Pagani, per il quale "a Spezia si rischia il default da un momento all’altro, occorre un cambio di gestione immediato". Non è l’unica vicenda che vede il carcere spezzino protagonista: un detenuto italiana di rientro dopo un permesso premio, ha cercato di entrare con della droga addosso. L’importante attività di intelligence della polizia penitenziaria ha permesso di individuare della sostanza stupefacente nelle calze e negli slip, e dai controlli successivi svolti al Sant’Andrea è emersa la presenza di ovuli di droga nell’intestino. Il detenuto, che sta scontando una pena per spaccio, è piantonato in ospedale. "Il carcere della Spezia, appena ristrutturato e ampliato – dice Pagani – ha accolto settanta detenuti in meno di un mese, e oggi ospita 190 persone ma i posti disponibili sono 151, gestiti da appena 118 agenti quando ne servirebbero almeno 140. Servono misure stringenti per detenuti violenti, ma alla Spezia non esiste neppure una cella per l’isolamento. In questo contesto – dice il sindacalista – le carceri non assolvono al mandato, e anzi con le risse, le violenze, i traffici illeciti e i suicidi, si pongono in serio dubbio persino i presupposti giuridici per il loro mantenimento. Servono immediati provvedimenti per deflazionare la densità detentiva, potenziare gli organici della Polizia penitenziaria, ristrutturare gli edifici, e garantire l’assistenza".
mat.mar.