
Il giovane spezzino Tommaso Rivieri, in dialogo con Simona Albano, presenterà stasera il suo libro ’Pensare viaggiando’ pubblicato per Ultra Editore
Una serata per omaggiare qualcosa che per molti è diventato molto più di un hobby, arrivando ad essere stile e ragione di vita. Questa sera al cinema Il Nuovo di via Colombo alla Spezia, sarà proiettato in anteprima il film ’Il mio cammino’ di Bill Bennett, dedicato a un’intensa esperienza sul cammino di Santiago, che racconta un percorso introspettivo e personale nei panni del pellegrino. Ma prima, alle 20.30, sarà un 26enne spezzino a catturare con la sua opera e i suoi racconti: Tommaso Rivieri, in dialogo con Simona Albano, presenterà alle 20.30 il libro ’Pensare viaggiando’ (Ultra editore). Dopo essersi laureato nel 2021 e aver aperto un’attività di tour in barca da Porto Venere, ha realizzato il suo sogno: poter esplorare e conoscere il mondo per sette mesi l’anno. Una magia e un traguardo che descrive in questo suo primo libro. "Per me è una vera esigenza – esordisce – e mi piacerebbe fare tutto così. So che magari non potrà essere una soluzione destinata a durare tutta la vita, ma è ciò che al momento ricerco di più. Non è tanto la visione pura dei luoghi ad attrarmi, quanto le sensazioni che provo negli incontri che faccio e nell’immergermi nelle culture con cui mi confronto: mi piace studiarle e riproporle nella mia. Quello che faccio qui in Italia dipende da queste esperienze".
Il senso di questa frase lo spiega citando la sua prima esperienza, nello stesso cammino di Santiago protagonista del film che sarà proiettato dopo l’incontro. "Avevo 15 anni e mi sono trovato in ostello con altri dieci pellegrini: ero un ragazzo super timido, che non parlava con nessuno e aveva paura delle nuove amicizie. Da lì tutto è cambiato, ho acquisito sicurezza e il mio atteggiamento verso gli altri è stato più aperto".
Al momento, mentre continua a dedicarsi alla sua attività insieme a un socio, non può non paragonarsi agli altri della sua generazione. "Guardo i miei coetanei e vedono insofferenza nello stile di vita: che tutti cercano di inseguire il modello studio-lavoro-ufficio e due settimane-un mese di ferie l’anno. Io ho una necessità quasi compulsiva di muovermi, non è uno stile per me". E per fare questo, ha lavorato già dall’età di 16 anni, risparmiando e investendo in business che gli permettono di prendersi lunghi mesi di pausa. Il mantra, ora come ora, è "vivere alla giornata": buono per la sua fascia d’età, buono per conoscere e abbracciare il mondo, buono anche per guardarsi dentro. "Non ho ancora capito cosa vorrò diventare in futuro. Ma certo è che per me una vita con tante esperienze è meglio di una vita senza. E questo mi aiuta a comprendere quel che sarò da grande".
Chiara Tenca