REDAZIONE LA SPEZIA

Val di Vara, addio all’unione dei Comuni

Il primo a salutare è Calice al Cornoviglio che presentà il recesso al consiglio il primo giugno. Il sindaco Scampelli: "Oggi ci sono solo costi"

Sono state propinate come il ‘futuro amministrativo’ dei piccoli enti, ma l’esperienza delle Unioni, almeno nello spezzino, è già ai titoli di coda: dopo la chiusura di quella dei comuni della riviera, entro la fine dell’anno toccherà all’Unione dei Comuni della Val di Vara, che riunisce Sesta Godano, Calice, Rocchetta e Zignago.

Il primo a dire addio sarà il Comune di Calice, che il 1° giugno porterà in consiglio comunale il recesso dall’Unione, che scatterà dal 1° gennaio 2021. Gli altri tre avvieranno entro l’anno le pratiche per la liquidazione dell’ente, che oggi gestisce le funzioni di polizia municipale, catasto, protezione civile, sportello per le attività produttive e commissione paesaggio. "Non ci sono né contributi né possibilità di sviluppo – spiega il sindaco di Calice, Scampelli –. Siamo partiti con un quadro normativo che diceva che per i Comuni era obbligatorio aggregare le funzioni, ma a oggi la situazione è sempre più indefinita e non ci sono punti fermi. L’Unione oggi ha costi ma non ha entrate, e non può vivere con le sole risorse immesse dai Comuni che la costituiscono. Calice contribuisce all’Unione con 35mila euro di fondi propri, un tesoretto che ora potrà tornarci comodo. Per il futuro, studieremo convenzioni con altri enti per aggregare alcuni servizi". A confermare lo scioglimento dell’Unione è anche il presidente, Simone Sivori, sindaco di Zignago. "Sono venuti meno gli stimoli per proseguire, anche dal governo, e anche perché si è capito che ha poco senso creare un ente in più rispetto ai Comuni che ci sono e che sono ‘poveri’. I soldi arrivati dallo stato erano sempre meno, nel 2019 sono arrivati 17mila euro. C’è un’intesa di massima tra i sindaci, si cercherà con dovuti passaggi e in tempi ragionevoli di cessare questa esperienza. Così non si può andare avanti, l’ente sarà dismesso e le funzioni in prima battuta ritorneranno ai singoli comuni, poi ognuno valuterà se associare qualche funzione con un altro Comune. Indipendentemente dall’Unione o meno, dovremo fare squadra e unire le forze per il nostro territorio".

L’ente, nato nel 2014, dopo appena un anno è stato segnato dall’abbandono del Comune di Brugnato, a settembre 2015 non senza polemiche. Nonostante la defezione, l’Unione era comunque riuscita ad aggregare una serie di funzioni comunali, e a intercettare alcuni finanziamenti, come l’adozione di sistemi di videosorveglianza sui rispettivi territori comunali, o quelli legati al Piano di sviluppo rurale per il recupero di fabbricati rurali e riqualificazione condotte idriche comunali.

Matteo Marcello