L’impalcatura accusatoria non ha fatto una piega, ’certificata’ dalla bandiera-bianca alzata dell’imputato per concordare la pena, garantendosi così uno sconto alla pena: il dominus del giro di usura era lui, Stefano Seravini, 52anni, originario Castelnuovo nè Monti (Reggio Emilia) ma residente a Vezzano Ligure. I fatti risalgono al 2004. Nei giorni scorsi si è materializzata la sentenza della Corte di appello a tre anni e due mesi di reclusione, con un consistente taglio alla pena incassata in primo grado alla Spezia, quando vennero inflitti quattro anni e 10 mesi di reclusione e 1000 euro di multa. Obiettivo centrato dall’avvocato Cristiano Prestinenzi: minimizzare i danni. Confermate in appello la condanna di Seravini al risarcimento delle parti civili costituite e la confisca di liquidità e beni immobili provento di usura e già sottoposti a sequestro dalla Procura della Repubblica della Spezi: 51mila euro in contanti e altre disponibilità in conti correnti, depositi e una serie di proprietà immobiliari con titolarità diretta o riconducibile all’usuraio: cinque appartamenti, cinque fondi e una decina di terreni. Il sequestro è stato solo revocato su una parte di una polizza-vita. Dall’inchiesta - condotta dalla squadra mobile della Spezia e dalla squadra di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza presso la Procura, coordinate dal pm Giovanni Maddaleni - era emerso che i tassi di interesse applicati da Seravini erano sull’ordine del 10 per cento al mese. Sarebbe stato sull’ordine del centinaio il numero dei rapporti da lui coltivati 2007 al 2014.
Ma per approdare al processo ne sono stati svelati fino in fondo solo una decina; quanto è bastato per configurare i reati; quattro, alla fine, le parti offese costituite in giudizio, con l’avvocato Paolo Mione, che centrano l’obiettivo del risarcimento. Sullo sfondo il ruolo residuale del fratello di Seravini, Alberto Mentore (che avrebbe seguito le direttive di Stefano quando lui era in carcere) e il collaboratore Davide Belloni (che si era adoperato per procacciare clienti alla ricerca di soldi e, per questo, ha risposto di concorso nel reato di usura): anche per loro sconti di pena in appello sulle condanne inflitte in primo grado alla Spezia, rispettivamente a un anno e sei mesi e a 10 mesi.
Corrado Ricci