REDAZIONE LA SPEZIA

Una flotta di diecimila barche E con l’estate si ’agita’ il mare

La mappa dei posti barca dal Golfo al Magra fino alla riviera tra ormeggi ai pontili, boe e rimessaggi. Un grande volano per l’economia turistica ma anche un impatto forte per l’ambiente naturale

Nella rada interna del golfo della Spezia – secondo le elaborazioni dell’Autorità di sistema portuale titolare della potestà demaniale che presiede al rilascio delle concessioni – sono 5.526 (3557 nel Comune della Spezia, 496 in quello di Lerici e 1472 in quello di Porto Venere, nelle parti delimitate dalla proiezione sulla terra della diga foranea). Allargando lo sguardo alla rada esterna, sul fiume Magra, in riviera e tenendo conto anche dei rimessaggi a secco (con scalo di alaggio e varo), secondo il report della Capitaneria di Porto, travalicano quota 10.000. Parliamo di posti barca, di ricercati, contesi, articolati (per lunghezza) ’posti barca’. Sono di tutte le taglie, con ormeggio ai pontili fissi e galleggianti, alle catenarie, a singoli gavitelli, parcheggiati a terra in prossimità del mare. Nel censimento della Guardia Costiera - in coerenza con la mission per la sicurezza in mare tesa a salvaguardia di tutti gli utenti e che presuppone la conoscenza dell’insieme dell’utenza - sono ricompresi anche canoe e pattini. Da Davide a Golia, dunque.

Al netto delle zone attenzionate, della stazza delle barche e dei criteri di calcolo diversi, sono comunque numeri importanti quelli dei natanti (fino al 7,50 metri di lunghezza), imbarcazioni (fino al 24 metri) e navi da diporto (oltre 24 metri) che gravitano nel golfo della Spezia e nelle sue "ali", Magra e Riviera. Espressione non solo di una passione diffusa, ma anche della vitalità del comparto. Attorno alla ’flotta’ delle barche, infatti, ruotano i posti di lavoro, diretti e indotti. Non solo occupazione legata alla gestione di posti barca (con i porticcioli turistici in prima linea), ma a tutto l’universo dei fornitori, delle ditte operanti nell’ambito delle manutenzioni. Fino alle ’culle’ dei maxi yacht: i cantieri navali che si inanellano nella sponda di Levante del golfo, spina dorsale del Miglio Blu.

Un "insieme" che nei week end primaverili e soprattutto in estate si riflette sul tessuto commerciale, costituendo linfa vitale per gli operatori di ristoranti e locali di varia natura. Un "insieme" che, proiettato sul mare, si fa impatto pesante per l’ambiente e gioco pericoloso per l’utenza. Ciò a dire quanto sia importante prendere il mare in coscienza e perizia, come da richiamo della Capitaneria di porto nella pagina a fianco. Un richiamo che si fa pressante ai conduttori delle grosse barche, fonte di onde considerevoli che mettono a rischio la stabilità di quelle piccole. "Il mare è di tutti e per tutti ma ognuno è chiamato alla responsabilità, con un occhio di riguardo verso le piccole barche... " dice il comandante della Capitaneria di Porto Alessandro Ducci. Mentre molti, per la saturazione degli ormeggi, dovranno rinunciare all’acquisto di una barca:non saprebbero dove metterla. "Bisogna pensare a nuovi spazi per le barche e le ditte che si adoperano per esse" dice Giuliana Vatteroni, responsabile nautica della Cna.

Corrado Ricci