
Una bocciatura totale. L’Ordine insorge: "Il piano peggiorerà la sanità spezzina"
Estrema delusione per l’ennesimo piano che non tiene conto delle esigenze del territorio. É un giudizio tranciante quello di Salvatore Barbagallo, presidente dell’Ordine del Medici e degli Odontoiatri della Spezia, sul Piano sociosanitario approvato dal Consiglio regionale.
Cosa ne pensa del nuovo piano sociosanitario regionale?
"Non posso nascondere delusione per una palesa mancanza di visione delle criticità presenti nel nostro territorio per un piano che non tenta neppure di risolvere le difficoltà ed anzi in prospettiva tenderà a peggiorare la nostra realtà sanitaria".
Quali sono le carenze?
"Andiamo per gradi: per colmare le carenze è essenziale, tanto per cominciare, implementare i posti letto ospedalieri sino a raggiungere quanto la legge prescrive in base ai cittadini residenti. Ebbene, il piano li riduce ulteriormente declassando la struttura del San Bartolomeo di Sarzana ad ‘ospedale di comunità’, cioè Il contrario di quanto sarebbe doveroso fare".
Quale sarebbe la soluzione che si sente di proporre?
"Creare una vera sinergia tra l’ospedale Sant’Andrea e, successivamente, il nuovo Felettino, con il San Bartolomeo di Sarzana evitando ovviamente la duplicazione dei reparti".
Sorgerebbero poi problemi di carenza di personale…
"Solo ottimizzando i posti letto con implementazione dei personale sanitario si offrirà un servizio valido al cittadino con conseguente riduzione anche delle liste di attesa in quanto il personale sarebbe maggiormente adeguato al carico di lavoro presente".
Non le sembra che l’aspetto dei posti letto alla Spezia venga sorvolato sistematicamente?
"Negli anni il nostro territorio si è impoverito in modo costante e le norme della legge che regolano l’offerta sanitaria nazionale vengono applicate per limitare le strutture, ritenute superflue per il nostro bacino di utenza, ma non per adeguare i posti letto al numero dei residenti, previsti nel numero di 3,7 posti letto, per acuti e post acuti, ogni mille abitanti".
Ecco spiegato il perché delle fughe…
"La ragione per cui molti dei nostri residenti hanno dovuto ricorrere alla sanità di altre regioni non è certo il “turismo sanitario” o la sfiducia nelle strutture locali. Questa scelta comporta peraltro un disagio per il paziente e per i suoi familiari, oltre a una spesa aggiuntiva. Il problema è che nel nostro territorio non esiste un’offerta sanitaria che risponda adeguatamente alle esigenze dei cittadini".
Senza contare che siamo una provincia dai capelli bianchi…
"Esatto. Un altro aspetto rilevante è la presenza di molti anziani tra i nostri cittadini, che spesso vivono da soli o in coppia, e che necessitano di ospedalizzazione anche per malattie di media entità. Questa situazione richiede una maggiore attenzione e una migliore organizzazione dei servizi sanitari".
Argomento Felettino bis. Il nuovo ospedale partirebbe in sofferenza?
"Si, visto appunto la ulteriore riduzione dei posti letto del nuovo ospedale del Felettino, ormai giunti a 400, oltre al suo già previsto declassamento a Dea di primo livello. Tant’è che c’è da chiedersi se valga poi la pena di erigerlo, in quanto nella vicina Toscana l’ospedale apuano con un numero di posti letto di poco al di sotto è stato eretto con costi di gran lunga inferiori. Costi che, come saprete, graveranno negli anni anche su di noi cittadini della provincia spezzina".
Di tutto questo ne risentirà l’offerta sanitaria?
"Ritengo sia giunto il momento che il nostro territorio sia finalmente messo nelle condizioni di fruire di un servizio sanitario adeguato alle sue necessità. Inaccettabile declassare una struttura ospedaliera per soli fini economici. L’Ordine che rappresento sono ormai anni che denuncia queste carenze strutturali e di organico, già presenti ben prima della attuale amministrazione regionale, in attesa di una doverosa e soddisfacente soluzione".
Matteo Marcello