La misura è ciò che consente ad ogni cosa di avere un valore. Un pareggio dello Spezia sul campo del Sassuolo, ha un peso che potrebbe essere addirittura più grande della vittoria sulla Carrarese. Non sono soltanto i 3 punti a dare la misura, appunto, di quanto valga una squadra, soprattutto in un match avaro di sussulti. In un campionato lungo e complesso come la serie B, contro una corazzata come quella guidata da mister Grosso, quantificare le occasioni perse durante una sfida, può far invece calibrare al meglio i ragionamenti. Siamo ormai abituati, in questo avvio di stagione – dove gli aquilotti continuano, da imbattuti, un ottimo percorso – a vedere un buon giocatore come Di Serio, costruirsi benissimo le occasioni e altrettanto bene riuscire a sprecarle. Contro gli emiliani, un colpo di... spalla al 14’ sul cross di Vignali dalla destra, un contropiede (frutto di un guizzo stupendo) con palla scaricata malamente sull’esterno della rete a tu per tu con Moldovan al 23’, senza contare il tiro centrale dell’8’ della ripresa, dopo un bello scambio con Pio Esposito. L’organico del Sassuolo è decisamente importante, ma lo è anche quello spezzino, che ha ritrovato in Bandinelli, da almeno due match, una scheggia libera, ma che si aggiunge, da sesto di difesa, quando c’è da coprire gli spazi e Esposito senior va sul portatore di palla.
Un reparto arretrato che, pur orfano di Hristov (desiste poco prima del via, dopo gli acciacchi accusati all’inizio della settimana), che mette Wisniewski alla mercé dei rapidi sulla fascia, però resiste grazie ai raddoppi dei compagni, ogni qualvolta i padroni di casa ascoltano il loro tecnico e affondano. Da quella parte, il polacco, giocoforza, non scende quasi mai, ci pensa Vignali a dare profondità, perché Cassata lo aiuta molto. Sull’esterno opposto, invece, a Reca mancano cavalli nel motore e quindi non riesce ad incidere, sebbene non abbia la stessa pressione dei compagni nella sua zona. Un primo tempo, quello allo stadio Mapei, che scorre bene, con uno Spezia ordinato a lasciare fraseggiare in orizzontale gli avversari, mentre Salvatore Esposito trova grande ostruzione e non può esprimersi come vorrebbe nelle sue verticalizzazioni. E quando i suoi calci d’angolo (3 i battuti, pochi rispetto al solito) non trovano la deviazione dei ragazzi con la sua stessa maglia, ecco il numero 5 tentare anche la conclusione diretta dalla bandierina, approfittando delle insicurezze di Moldovan (che respinge in extremis) tra i pali.
Momenti difficili, in un sabato pomeriggio di fine settembre, gli uomini del tecnico D’Angelo li vivono soprattutto alla mezz’ora del primo tempo e nella prima parte della ripresa, quando Thorstvedt non dà forza alla sua conclusione ad un passo dalla porta spezzina, mentre è Gori in un occasione ad intervenire con un’uscita coraggiosa ad anticipare il solitario Laurentié. Il gruppo aquilotto ha maturità e tanta consapevolezza nei propri mezzi. La gara contro il Sassuolo è duqnue l’ennesimo test esterno importante, dopo gli altri turni contro Pisa e Cremonese. Se c’è un’identità, che Di Serio fallisca le sue occasioni o Pio Esposito sia come in questo caso, un po’ offuscato dalla fisicità degli avversari, poco importa.
Marco Magi