REDAZIONE LA SPEZIA

Un omaggio a Fossitermi “Al di là della Scorza” . In scena l’indagine lampo

Appuntamento d’avvio della 13ª edizione della rassegna “Fuori Luogo”. L’evento con “Gli Omini” preceduto dall’aperitivo al social bar Il Dialma Cafè.

Un omaggio a Fossitermi “Al di là della Scorza” . In scena l’indagine lampo

Doppio appuntamento il 13 e 14 ottobre alle 20.30 per lo start alla 13ª edizione di Fuori Luogo, teatro off che torna nella consueta cornice del Dialma Ruggiero di via Monteverdi. A darle il la, la performance-omaggio al quartiere che da sempre la ospita: "Al di là della Scorza – Indagine lampo a Fossitermi". Stanzialità, chiacchiere e vita mescolata con i residenti e chi transita dal rione poco lontano dalla stazione centrale: questo il modus operandi de Gli Omini, alias Francesco Rotelli, Giulia Zacchini e Luca Zacchini, evento preceduto dall’aperitivo inaugurale del Social bar Il Dialma Cafè, gestito da Luna Blu. "Per dieci giorni abitiamo un quartiere o un paese e conduciamo un’indagine antropologica. Incontriamo persone per caso e cerchiamo di instaurare conversazioni. Nessuna analisi di dati: ci fermiamo con chi racconta la vita, sua e del posto".

Come fate in concreto?

"Giriamo dalla mattina alla sera fra attività, circoli, bar, oratori, chiese, giardini e parchi e parliamo con tutti, portando con noi un registratore vocale. Abbiamo fatto chilometri, incontrando un bel campionario umano: abbiamo intercettato un centinaio di persone circa, di ogni origine e provenienza e ci siamo meravigliati di questa varietà umana, straordinaria e non soltanto dal punto di vista etnico. Poi c’è la fase di costruzione dello spettacolo".

Cosa avete scoperto?

"Che lo spezzino non esiste! Abbiamo rotto lo stereotipo del ligure: quella chiusura di cui tanto si parla, in parte l’abbiamo vissuta e in parte no. Siamo riusciti ad andare in profondità con alcune persone e ci siamo sentiti piacevolmente accolti". C’è qualche storia che vi ha colpiti di più? "Sicuramente sì, in particolare quelle dei tanti anziani in ottima forma: hanno dai 90 anni in su e un bagaglio di esperienze importante. Alcuni erano partigiani e abbiamo parlato anche di Resistenza e guerra".

Esiste, quindi, l’identità di Fossitermi?

"Sì e la fanno le persone e il senso di comunità, che altrove si sta andando a perdere. Qui, invece trovi il panificio con i triangoli, il negozio di alimentari, la vita di quartiere, con le persone che scendono dai palazzi e s’incontrano al parchetto e poi si respira in contemporanea aria solidale e tensione, anche con qualche urlo".

Voi, pistoiesi, dal 2006 avete portato il progetto in tutto il paese, con oltre 100 tappe. Che Italia avete visto e come restituirete quanto assorbito?

"Molto variegata. I campanili ci sono, così come la disgregazione sociale e il disagio, con gli ultimi in aumento. L’Italia è in difficoltà, la gente asserragliata sulle proprie posizioni e non ci ha stupito l’elezione di Meloni: sembrano gli anni Ottanta e Novanta senza soldi. Renderemo quanto dato dalle persone incontrate con quadri scenici focalizzati sui temi pregnanti, lasciando agli spettatori di tirare le somme. Ci terremmo a vedere una platea nutrita, ma soprattutto a poter ritrovare tante persone di Fossitermi a teatro". Chiara Tenca