MARCO MAGI
Cronaca

Un maestro di arte e vita. Vaccarone se n’è andato. Generoso, colto e ironico: "Il suo studio era un porto"

Una carriera splendente e invidiata. L’ultima intervista a settembre per ’La Nazione’ "Una sensibilità profonda, anche politica, gli ha evitato sempre banalità e settarismi".

Un maestro di arte e vita. Vaccarone se n’è andato. Generoso, colto e ironico: "Il suo studio era un porto"

Un maestro di arte e vita. Vaccarone se n’è andato. Generoso, colto e ironico: "Il suo studio era un porto"

Le forme e i colori della sua arte rimarranno eterni come il suo vivere da vero essere umano. Stupore, anche a chi conosceva il suo precario stato di salute dei mesi più recenti, ha destato la scomparsa dell’artista Francesco Vaccarone. La sera di lunedì 22 aprile, se ne è andato il Maestro Vaccarone. Maestro nell’arte e nella vita, come non per tutti è facile essere. Così come non è affatto semplice condensare in poche righe la sua attività di pittore, scultore e incisore, allievo di Giuseppe Caselli e Gino Bellani, con studi compiuti i tra il 1964 e il 1994 a Genova, Roma, Milano e Stoccolma.

Le sue opere sono state esposte in oltre duecento mostre personali – tra gallerie pubbliche e private e università in Europa, Africa, Stati Uniti e America Latina – e in eventi d’arte di rilievo come la XI Quadriennale nazionale di Roma del 1986 e la 54ª Biennale di Venezia del 2011. Ma non andiamo oltre, perché preferiamo soffermarci sulle parole di almeno due fra i tanti amici, conoscenti e appassionati d’arte, che hanno invaso con migliaia di messaggi di cordoglio per la famiglia e di ricordo, i social network.

A cominciare da Paolo Asti. "Sognavo da ragazzo di possedere una sua opera – dice il presidente di Startè – non potevo immaginare che, anni dopo, sarei stato al suo fianco in una serie di mostre in giro per il mondo e che, dopo averlo conosciuto, saremmo diventati amici al punto di non far trascorrere un giorno senza vederci o sentirci, così come è accaduto in questi ultimi anni. L’arte di Francesco è stata animata da riflessioni profonde e anche dal senso di tragedia umana. Un uomo con cui era possibile parlare di Mozart come di Piazzolla, di Pasolini o di Fellini, di Heidegger e di Severino". Vaccarone, un uomo di grande generosità. "Nel suo studio accoglieva le persone, pronto ad ascoltare i loro problemi, come fosse uno psicologo – conclude Asti – . Ha messo a disposizione innumerevoli opere per azioni di beneficenza, intervenendo così a sostegno di bisogni concreti".

Proprio sull’aspetto lontano dall’arte, si sofferma la testimonianza, altrettanto addolorata, del critico Valerio Paolo Cremolini. "Amici da sessant’anni – afferma – . Era un piacere, e lo è stato ancor di più durante questi ultimi mesi, conversare con Francesco di vari argomenti e cogliere l’invidiabile chiarezza dei suoi ragionamenti. Pensieri che facevano leva su una profonda cultura artistica e politica, in grado di evitare banalità e settarismi di ogni tipo. L’ironia sapida e spontanea era il valore aggiunto che dava colore al suo pensiero. Ricordo quando Vaccarone, che vantava già buona fama di pittore e intellettuale, raggiungeva in bicicletta in tarda mattinata piazza Brin, luogo per me abituale, su cui confluivano miei coetanei ai quali, diversamente dal sottoscritto, legato all’area del cattolicesimo democratico, non erano estranee la simpatia o la militanza nel Pci. Vaccarone (iscritto al partito da prima del ‘68) mi trascinava nella discussione, quasi sempre di contenuto politico, riconducendola, pur con sottili canzonature, su basi tutt’altro che conflittuali".

Anche il sindaco Pierluigi Peracchini ha espresso il suo cordoglio: "Scompare un’artista dalla mente brillante, una figura di riferimento nel mondo dell’arte. Le sue opere rimarranno indelebili nella storia della nostra città e indissolubilmente legate ad essa". I funerali si svolgeranno sabato, alle 11, nella chiesa di Santa Maria Assunta. Alla moglie Gabriella e ai figli Alessandra e Leonardo, oltre che ai nipoti Giovanni e Silvia, che Francesco adorava, giungano le sincere condoglianze da parte della redazione de ‘La Nazione’. Ricordando che un artista, un maestro, non muore mai.