Un corpo devastato dal calore e dall’effetto dei roditori che lo hanno reso irriconoscibile. L’autopsia eseguita ieri dall’anatomopatologa Susanna Gamba sul cadavere del ragazzo marocchino di 17 anni ritrovato all’interno di un casottino in via del Murello a Sarzana ha comunque escluso che la morte possa essere stata provocata da traumi. Non sono emersi dunque segni di violenza escludendo quindi la pista dell’omicidio. La dottoressa dell’Università di Pisa ha disposto gli esami tossicologici ma per il risultato occorrerà attendere almeno 90 giorni. Anche sulla data del decesso il raggio temporale è comunque contaminato dall’avanzato stato di decomposizione e dagli effetti provocati dai roditori. Comunque è collocabile nell’arco di due settimane. Escludendo dunque una morte violenta resta la pista del malore che potrebbe essere causato dall’assunzione di sostanze stupefacenti, magari in dosi massicce che un ragazzo di soli 17 anni non ha retto. Gli uomini della squadra mobile della questura di Spezia, supportati dai colleghi della scientifica di Genova inatnto hanno nuovamente ispezionato il casottino edile all’interno del quale è stato ritrovato il ragazzo. E’ stato il fratello maggiore di età, che lo stava cercando da giorni, a riconoscere la scarpa che spuntava dalla porta avvisando così la polizia. Il diciasettenne aveva cercato il 24 settembre a contattare il numero di emergenza e il fratello ma non ha ricevuto risposte. Probabile dunque che fosse già all’interno del casottino e sentendosi male abbia chiesto aiuto. Il fatto che il fratello sia andato a cercarlo in un cantiere attualmente chiuso, è comunque indicativo di un luogo ben noto dove potersi nascondere o comunque non dare troppo nell’occhio.
Massimo Merluzzi