Trentacinque indagati, fra i quali tutti i big, si sono alternati al vertice

Le iscrizioni in progress per effetto dei rilievi mossi dai primi inquisiti all’insegna dello scaricabarile

Sono trentacinque gli indagati per il crollo del ponte levatoio della darsena di Pagliari. Fra questi ci sono tutti i numeri uno e due dell’Autorità portuale che da maggio del 2004 (dalla firma del contratto per la costruzione della struttura) ad oggi si sono succeduti ai vertici dell’ente di via del Molo. Sono chiamati ad interagire nell’incidente probatorio teso a risalire a cause e responsabilità colpose del collasso avvenuto il 12 maggio 2021. Non siamo di fronte ad incriminazioni ma ad ipotesi di reato da vagliare all’insegna del contraddittorio che caratterizza il metodo dell’inchiesta, ancora lontana dalle conclusioni; la ’chiamata’, che promana dalla procura, parte dall’ex presidente Giorgio Bucchioni e arriva all’attuale presidente Mario Sommariva , passando per Cirillo Orlandi e Lorenzo Forcieri, Claudia Roncallo e per gli ex segretari generali Marco Ceglie, Davide Santini e Francesco Di Sarcina. La crescita degli indagati è avvenuta in progress, maturando dai rilievi mossi dal fronte dei primi indagati, per effetto della scaricabile. Si era partiti – all’esito delle conclusioni del perito della procura dedotte da sopralluoghi e analisi delle relazioni dei carabinieri del Nucleo operativo – dai quattro progettisti del ponte, i due funzionari dedicati dell’Authority (rup e direttore dei lavori), il collaudatore della struttura, il rappresentante e due operatori del consorzio; si sono poi aggiunti i titolari delle ditte appaltatrici e subappaltatrici e della ditta che effettuò l’ultimo check effettuato nel marzo 2021. Nell’aprile scorso la chiusura del cerchio, su sollecitazione del gip Garofalo che, aveva chiesto al pm Merlino di valutare se allargare o meno l’orizzonte degli indagati. La decisione è andata nel senso di estendere la platea a 35 indagati per cristallizzare le prove prima del processo, nella prospettiva di produzioni peritali inscalfibili, capaci di evitare ulteriori lungaggini rispetto a quelle già sofferte dalle imprese del refit nautico che gravitano sulla Darsena. Questa, fino alla rimozione del ponte connessa all’esecuzione delle verifiche tecniche da parte di tutti gli interessanti, funzionerà a mezzo servizio.

Intanto da rilevare una circostanza più unica che rara: l’attuale presidente dell’Autorità di sistema portuale Mario Sommariva figura (fin dall’inizio del procedimento) come parte offesa e indagato. Dinamiche della giustizia garantista.