ROBERTA
Cronaca

Togliamoceli quegli shorts modello anni ’90

Roberta

Della Maggesa

Sono un’ex ragazza degli anni ’70. Che significa tante cose. E niente in particolare. Significa, per esempio, che fino all’età della ragione qualcuno mi ha costretta ad indossare, nei giorni delle ’mie cose’, scomodi pantaloncini di jeans sopra al costume da bagno, anche in spiaggia e con 45 gradi all’ombra. Della serie, la privacy nei giorni in cui Freddie cantava ’The show must go on’ non era proprio la base sulla quale provare a costruire un destino di emancipazione. Però, poi, la sera, seduta davanti alla tv, potevi consolarti con la pubblicità e sperare che la vita avesse in serbo ben altre soluzioni. Essì, perché se quella ragazza bionda con caschetto e occhiali da aviatore, felice anche se mestruata, aveva l’ardire di lanciarsi da un elicottero in volo, aprendo il paracadute al grido di ‘Nuvenia Pocket, sicura e vai’, potevo star certa che nel mondo ci fosse un posto anche per me. E che non ci sarebbe stato bisogno di rivendicarlo e neanche di sottolineare il diritto ad assentarmi, dai banchi di scuola o dal posto di lavoro, con una giustificazione ad hoc. Insomma, speravo in un futuro in cui non avrei più dovuto indossare quei ridicoli pantaloncini segnalando al globo terracqueo la raggiunta maturità sessuale. Ebbene, il futuro è arrivato, care ragazze, giovani e non. E vi assicuro che non sono mancati i giorni no. Quelli col mal di pancia, le emicranie, le paturnie. Ci sono stati giorni in cui le mestruazioni hanno reso impossibile o quanto meno difficoltosa la vita scolastica e quella lavorativa (e per i miei compagni e colleghi di sesso maschile, per altre ragioni, sarà stato uguale, immagino). Ma viviamo in un stato di diritto, che ci tutela e giustifica le nostre assenze, quando motivate da semplici ragioni di salute. Qualunque esse siano. Togliamoli, quegli shorts.